Non c'è più religione: l'umorismo di chi trasforma i problemi in sorrisi

Il film sarà nelle sale dal 7 dicembre

Sarà nelle sale dal prossimo 7 dicembre il film Non c'è più religione, pellicola che sarà diretta da Luca Miniero e distribuita nelle sale da 01 Distribution. Nel cast del film Claudio Bisio, Alessandro Gassmann, Angela Finocchiaro, Nabiha Akkari, Giovanni Esposito, Roberto Herlitzka, Giovanni Cacioppo, Laura Adriani, Massimo De Lorenzo, Mehdi Meskar. Luca Mineiro torna così a lavorare con Claudio Bisio e Angela Finocchiaro: il regista ha già diretto i due in Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord (questi i film con Claudio Bisio), il film in cui la Finocchiaro interpretava la moglie di Bisio.

Non c'è più religione trama

Una piccola isola del Mediterraneo e un presepe vivente da realizzare come ogni anno per celebrare il Natale. Purtroppo quest'anno il Gesù Bambino titolare è cresciuto: ha barba e brufoli da adolescente e nella culla non ci sta proprio. A Porto Buio però non nascono più bambini da un pezzo ma bisogna trovarne un altro a tutti i costi: la tradizione del presepe è infatti l'unica "resistenza per non scomparire". Il sindaco Cecco, fresco di nomina, vorrebbe chiederne uno in prestito ai tunisini che vivono sull'isola: peccato che fra le due comunità non corra buon sangue. Ad aiutarlo nell'impresa due amici di vecchia data: Bilal, al secolo Marietto, italiano convertito all'Islam e guida dei tunisini, e Suor Marta, che non ne vuole sapere di "profanare" la culla di Gesù. I tre si ritroveranno uno contro l'altro, usando la scusa della religione per saldare i conti con il proprio passato. Un lama al posto del bue, un Gesù musulmano e un ramadan cristiano, una chiesa divisa in due e una madonna buddista: un presepe vivente così non si vedeva da 2000 anni nella piccola isola di Porto Buio.

Il tema sociale è lo spunto 

Il nuovo film con Claudio Bisio esplora la tematica religiosa e quella sociale rileggendole in chiave comica, umoristica. Un modo per affrontare il tema spinoso dell'immigrazione cercando di strappare allo spettatore più di  una risata. Un po' come accaduto, seppur con i dovuti distinguo, in Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, quando l'uomorismo aveva spazzato via tanti stereotipi.