Non è un paese per giovani: un film che racconta l'Italia perduta diretto da Giovanni Veronesi

100mila ragazzi lasciano l'Italia in cerca di un futuro migliore. Giovanni Veronesi racconta le loro storie in una pellicola, al cinema da 23 marzo

Sono com un esercito, più di 100mila, i giovani italiani che scappano dal nostro paese alal ricerca di un lavoro o di una prospettiva migliore all'estero. È di loro che parla Giovanni Veronesi nella sua trasmissione di Radio2, che parafrasa il titolo di un noto film, Non è un Paese per giovani. Dai microfoni le loro storie sono diventate immagini, la narrazione di un film che racconta proprio la storia di due ragazzi che partono per Cuba per seguire i propri sogni, e che ha lo stesso titolo del programma. Il film sarà nelle sale dal prossimo 23 marzo

Ascolto ogni giorno un ragazzo che se ne è andato all'estero, e sento queste vocine che vengono da tutte le parti del mondo, da Tokyo, dall'Australia, da Los Angeles, da Hong Kong, dall'Europa, che a seconda del fuso orario si svegliano alle 4 per parlare con noi in diretta. E insomma queste vocine mi dicono che se ne sono andate dall'Italia non perché volevano fare delle esperienze all'estero, come ha detto il ministro Poletti, ma perché questo è un Paese che li ha espulsi, come delle ernie.

Non è un paese per giovani: la trama

I protagonisti del film sono due amici poco più che ventenni, interpretati da Filippo Scicchitano e Giovanni Anzaldo: uno è un insicuro che sogna di fare lo scrittore, l'altro è coraggioso e brillante ma con un lato oscuro. Quando vanno a Cuba con il sogno di aprire un ristorante italiano si imbattono in una coetanea, Nora, interpretata da Sara Serraiocco. Tutti e tre, nel corso del film, si perderanno e si ritroveranno.

In questo film c'è molto di me, del mio pensiero, non solo dal punto di vista sociologico, ma soprattutto dal punto di vista dell'anima. E cioè mi sono messo in gioco, e alla fine sono andato a vedere il film, ed era un film romantico, sui ragazzi. Io ho quest'idea dei ragazzi, che è un'idea romantica: mi piacciono perché hanno quell'incoscienza e quella sensibilità che piano piano nella vita si perdono. Solo gli artisti dovrebbero continuare ad averla.
 

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