Nelle sale con Il GGG tratto dal romanzo di Roald Dahl il regista americano racconta la storia di un’amicizia senza confini. Tra una bambina curiosa e un grande gigante gentile
Anche se sono due film completamente diversi, vedendo Il GGG - Il grande gigante gentile non si può non pensare a E.T. - L’extra-terrestre. Li ha realizzati, a distanza di trentaquattro anni l’uno dall’altro, lo stesso regista, Steven Spielberg, che possiede la passione e la professionalità per di-segnare con grazia universi fantastici, ritratti realistici, situazioni storiche, avventure dove la sua macchina da presa si muove sontuosa per cieli, strade, oceani con il piacere infinito di narrare storie, di creare emozioni e personaggi, o di portarli sul grande schermo dalle loro provenienze originarie, mantenendo in vita la lezione più preziosa del cinema classico americano: essere profondamente autore all’interno di produzioni spettacolari, sperimentare non dimenticando mai il piacere del racconto. Tutto ciò si ritrova intatto ne Il GGG (in originale The BFG), mentre Spielberg ha già in cantiere un film di fantascienza in post-produzione (Ready Player One), un film in pre-produzione (The Kidnapping of Edgardo Mortara) e i progetti annunciati per Indiana Jones 5 e il biografico It’s What I Do, su fotografo di guerra Lynsey Addario.
Ma torniamo all’avventura fantastica de Il GGG, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore britannico Roald Dahl (con illustrazioni di Quenbtin Blake) pubblicato nel 1982 (proprio l’anno di E.T….). Come l’extra-terrestre, anche il gigante vive in un mondo fuori dalle mappe geografiche, come il piccolo alieno anche lui transita sulla Terra per poi tornare a casa, con la differenza che, durante la permanenza terrestre, non viene perseguitato da scienziati e militari (potrebbe accadere nel corso del suo soggiorno londinese nel palazzo reale, gran pezzo di umorismo deflagrante, invece la narrazione prende un’altra direzione).
Nell’incipit si condensa tutta la poetica di Spielberg: le strade di una Londra notturna, le stanze enormi e tristi dell’orfanotrofio dove vive Sophie, indomita lettrice e sognatrice, e dove si aggira il gigante, annunciato dalla sua ombra, che rapisce quella bambina dalla curiosità inesauribile, camminando/volando quindi con lei per monti, mari e cieli fino a raggiungere la sua abitazione in una landa popolata di creature cannibali (di bambini) ben più giganti del protagonista. La caverna del gigante è un puro luogo di cinema, contiene oggetti terrestri museali (come una cabina del telefono inglese) o ri-usabili (i vestiti appartenuti ad altri che tornano utili a Sophie), congegni per creare mezzi di trasporto e una stanza nella quale il gigante raccoglie i sogni delle persone.
Spielberg costruisce un film che, al di là dell’emozione e del divertimento, si connota come un saggio sullo spazio, dove gli ambienti, gli oggetti (si pensi al libro e agli occhiali di Sophie oppure alle carcasse di automobili usate come pattini dai giganti carnivori), i corpi acquisiscono sempre nuove dimensioni e prospettive nel gioco di sguardi e di posizioni assunte da Sophie e dal gigante. Ci sarà l’inevitabile separazione. Eppure quel sentire comune, che vive nell’anima della bambina e del suo inatteso amico, non conosce ostacoli. Ed è anche il sentire di un cinema, quello di Spielberg, generoso e curioso come i personaggi che esprime.
Il film uscirà in dvd e blu ray, in edizione singola, cofanetto e nella versione in 3D mercoledì 19 aprile 2017.