Gli Oscar 2019, a meno di un miracolo, non avranno un presentatore: sarebbe la prima volta dopo quasi trent'anni
Per la prima volta da quasi 30 anni, la cerimonia degli Oscar, il premio più ambito nel mondo cinematografico, non avrà un presentatore. La rivelazione è stata fatta da Variety, secondo il quale dopo il rifiuto totale di Kevin Hart di tornare sui suoi passi, o di un suo possibile ritorno, non si trova nessun candidato adatto per la notte di Los Angeles più importante dell'anno. Quindi, a meno di un miracolo, un colpo di scena dell'ultimo minuto come tanto piace ad Hollywood, la 91ma edizione degli Oscar che si terrà a Los Angeles il 24 febbraio 2019 sarà costellata da star che presenteranno i vari premi.
Kevin Hart e i tweet omofobi
Tutto sembrava andare bene il 6 dicembre 2018, quando fu annunciato che Kevin Hart sarebbe stato il presentatore della 91ma edizione degli Oscar, ma dopo nemmeno 24 ore, il 7 dicembre 2018, l'attore fu costretto a rinunciare a causa di un'indignazione generale nata da alcuni tweet del passato dal tono omofobo, a quanto hanno detto gli indignati.
Si trattava di tweet di oltre 10 anni prima che, come nel caso di Gunn, qualcuno aveva meticolosamente conservato per utilizzarli nel momento più adatto.
Nonostante la polarizzazione della comunità gay, visto che Hart ha avuto incoraggiamenti a ripensarci e tornare sui suoi passi per condurre gli oscar da personaggi di spicco dell'entertainement e della comunità omosessuale come Ellen DeGeneres, Hart è rimasto sulle sue e, dopo essersi scusato, più per dovere che per altro, ha rinunciato irrimediabilmente alla conduzione degli oscar.
Oscar, la gogna mediatica
Gli Oscar, insomma, si sono ritrovati senza un presentatore a causa della ormai classica gogna mediatica pompata dai social network. Così come è successo con James Gunn, licenziato dalla Marvel a causa di tweet vecchi di un decennio o più, ormai sempre più spesso i tweet delle star si stanno rivelando come una mina vagante per le loro carriere.
Una volta che qualcuno ha sbagliato, a prescindere se a ragione o a torto, al giorno d'oggi, diventa imperdonabile. La sua carriera deve essere stroncata e lui deve essere dimenticato. Per un Paese come l'America, fondato sulle seconde possibilità, è la fine di un sogno.
Fonte foto di copertina e foto interna: https://www.facebook.com/TheAcademy/