Oscar, sdegno e proteste: e l'Academy corre ai ripari...

Martedì importante riunione per decidere le future mosse dopo quanto accaduto con le candidature giudicate troppo bianche

Il polverone sollevato per la mancata presenza, nelle candidature ai prossimi Oscar, di artisti di colore, non accenna a placarsi. Tanto da costringere l'Academy ad escogitare qualcosa per calmare le acque e correre ai ripari: nei giorni scorsi, Cheryl Boone Isaacs, la presidente aveva promesso drastici cambiamenti viste le tante proteste sul web (ha spopolato l'hashtag #OscarSoWhite) e da parte degli attori, molti dei quali hanno deciso di boicottare la serata degli Oscar. Dopo Spike Lee, infatti, è intervenuto anche Will Smith, unendosi al boicottaggio. 

Possibile che dal prossimo anno la composizione di chi compone l'Academy e di chi ha quindi l'ultima parola sui candidati sia meno disomogenea: in modo da poter garantire una varietà etnica. C'è chi invece sostiene che l'Academy stia pensando a fissare nuove regole sulla propria composizione: sul New York Times si sostiene la tesi secondo la qualesi potrebbe togliere il diritto di voto a chi non è stato attivo all'interno dell'industria cinematografica per 10 o 20 anni, oppure di fissare a dieci il numero di lungometraggi in corsa per il premio assegnato al Miglior Film.

Questa e altre idee saranno oggetto della riunione che coinvolgerà il prossimo martedì proprio l'Academy: da una parte c'è da mettere una pezza alla pericolosa situazione creatasi, visto che l'eco mediatico non ha fatto bene agli Oscar, dall'altro ci sarà da capire come le nuove decisioni verranno prese dai membri più anziani dell'Academy.