Paolo Sorrentino e Clive Owen: il cortometraggio Killer in Red racconta i cocktail

Paolo Sorrentino e Clive Owen sono i protagonisti di Killer in Red, il cortometraggio che ci parla di cocktail in modo nuovo...

L'intrigante cortometraggio Killer in Red - diretto dal regista Paolo Sorrentino e interpretato dall'attore Clive Owen - racconta i cocktail in un modo nuovo.

I cocktail diventano una forma d'arte e un potente veicolo espressivo. Ma cos'è Killer in Red? Il cortometraggio è il cardine del progetto Campari Red Diaries, nato con l'obiettivo di portare in scena il concetto che "ogni cocktail racconta una storia".

Il corto porta la firma inconfondibile di Paolo Sorrentino (The Young Pope)

Il corto dal sapore noir è ambientato in un esclusivo locale: gli inconfondibili tratti stilistici di Sorrentino si intuiscono subito. Vediamo poi il premio Golden Globe Clive Owen, che assume le sembianze di Floyd, un celebre bartender nei primi anni Ottanta, mentre immagina la storia che sta dietro alla creazione del cocktail Killer in Red.

Secondo la leggenda, questo famoso bartender di nome Floyd aveva la capacità di leggere la mente dei clienti e trovare il cocktail perfetto per ciascuno di loro.

Il viaggio di Campari Red Diaries punta proprio a dare un volto all'estro e al talento dei bartender in modo autentico.

Scopri il corto!

Clive Owen commenta: «Non potevo dire di no al progetto Campari Red Diaries. Mi è subito piaciuto il fatto che fosse un cortometraggio con una vera storia e non uno spot pubblicitario, e mi ha attirato molto il fatto che a girarlo fosse Paolo Sorrentino.

Penso che Sorrentino, con la sua immaginazione visionaria, sia uno dei migliori registi in circolazione».

Paolo Sorrentino aggiunge:«Sono orgoglioso di partecipare a questo progetto Campari per due motivi: innanzitutto per gli artisti incredibili che hanno avuto il privilegio di collaborare con il marchio in passato: ora il mio nome è pronunciato insieme a quello di Depero, Fellini e altri, forse immeritatamente.

Poi perché questo progetto, almeno per come l’ha inteso Campari, è insolito, e io amo i progetti pionieristici».