Paul Thomas Anderson, i film di un autore "che va oltre" e che ipnotizza

Per Paul Thomas Anderson Il filo nascosto è l'ennesima conferma di un talento e di uno stile di rara potenza, che caratterizza la sua fimografia fin dagli esordi

Il filo nascosto, uscito nelle sale italiane nel febbraio 2018, è l'ottavo film di Paul Thomas Anderson, uno dei registi contemporanei più apprezzati e autore di un cinema potente, visionario e magniloquente che, anche nei casi meno memorabili, non lascia indifferenti. Anche perché è un cinema sempre capace di essere lirico e di affascinare fin nelle singole inquadrature. Uno stile che cerca, per così dire, di andare "oltre", esattamente come cercano di andare oltre i suoi personaggi, perlopiù, nel bene e nel male, nel successo come nel fallimento, giganteschi; per come cercano di superare i propri limiti, per come cercano di raggiungere un obiettivo o per come vengono macerati da un'ossessione o da un elemento interiore.

Paul Thomas Anderson, Magnolia e gli esordi

Paul Thomas Anderson esordisce nel 1996 con Sydney, presentato in concorso al festival di Cannes e mai distribuito nelle sale italiane. Tra il 1997 e il 1999 realizza i due film che gli aprono definitivamente le porte del successo e della fama; Boogie Nights - L'altra Hollywood e Magnolia. Il primo è un affresco del sottobosco del cinema erotico, mentre il secondo è l'affresco di un'umanità sofferente e inadeguata sullo sfondo di una Los Angeles quasi apocalittica (celebre è la pioggia di rane finale). Sono due film corali in cui si affiancano le storie di svariati personaggi, accomunati da condizioni interiori problematiche e dal contesto sociale di fondo. Per questo motivo il nome di Paul Thomas Anderson viene accostato a quello di Robert Altman, il regista corale per eccellenza.

Il legame tra i cinema dei due autori viene confermato nel 2006 quando Anderson termina le riprese di Radio America, ultimo film di Robert Altman, malato e impossibilitato a concludere il suo film.

Paul Thomas Anderson, "film che vanno oltre"; da Ubriaco d'amore a The Master

Paul Thomas Anderson abbandona la coralità degli esordi a partire dal 2002, quando realizza un film stranissimo; Ubriaco d'amore, commedia sentimentale incentrata sulle nevrosi, le insicurezze, le inadeguatezze e i tormenti interiori di un imprenditore interpretato da Adam Sandler. Pur divertendo e pur mantenendo la dolcezza e il romanticismo, Anderson porta alle estreme conseguenze gli aspetti più tetri e nevrotici che generalmente nelle commedie sentimentali rimangono impliciti, rimanendo fedele alla visionarietà stilistica e alle inquadrature liriche e affascinanti e venendo aiutato da un Adam Sandler in splendida forma.

Il 2007 è invece l'anno de Il petroliere, forse a oggi il suo film migliore. Racconta di un minatore, interpretato da un incredibile Daniel Day Lewis, che ba buon "self made man" costruisce dal nulla un impero petrolifero, abbandonando però parallelamente ogni forma d'umanità, sempre più vittima dell'avarizia e del successo. Il petroliere è un film gigantesco e allo stesso tempo ipnotico e respingente; lo è per la quasi magnetica potenza visiva,  per come accompagna lo spettatore negli inferi di un'anima sempre più devastata e ossessionata e per come questo percorso interiore diventi un'impietosa metafora di alcune caratteristiche fondanti della nazione.

Nel 2009 The master è un film molto simile a Il petroliere; è un altro racconto di personaggi che vanno oltre e che per questo vengono devastati interiormente; che sia il caso del carismatico capo della setta interpretato da Philiph Seymour Hoffman o che sia quello del debole reduce interpretato da Joaquin Phoenix che diventa vittima della personalità del capo setta. Anche qui ritroviamo le allegorie riferite ad alcuni valori fondanti degli Stati Uniti (chiarissimi i riferimenti a scientology e agli estremismi protestanti, per esempio) e anche qui ritroviamo la magnificenza stilistica, per quanto forse qui troppo "libera" e meno controllata ed efficace che ne Il Petroliere.

Paul Thomas Anderson, filmografia degli anni dieci

Nel 2014 Paul Thomas Anderson conferma di essere allo stesso tempo coerente con se stesso e capace di affrontare tipi diversi di cinema con Vizio di forma, tratto dal romanzo fiume Inherent Vice di Thomas Pynchon. Una rilettura contemporanea del noir in stile new Hollywood che diventa un melting pot di stili, atmosfere e generi differenti, in grado di essere esilarante, amaro, romantico, nichilista e politico, giocando, fra le varie cose, continuamente con il rapporto "pubblico" e "privato". Protagonista, un bravissimo Joaquin Phoenix.

Attendendo Il filo nascosto, che potrebbe anche portare a Paul Thomas Anderson il suo primo Oscar, ricordiamo che il regista è anche grande appassionato di musica e autore di videoclip e del documentario musicale Junun (2014), testimonianza del viaggio in India del leader dei Radiohead Jonny Greenwood e del musicista israeliano Shye Ben Tour in India, alla ricerca di sonorità locali.

Fonte foto https://www.facebook.com/CinemaCLIPS/