I am Paul Walker è il documentario che racconta la vita e la tragica morte dell'attore di Fast & Furious.
La vita e la morte tragica della star di Fast & Furious, Paul Walker, è in arrivo per il piccolo schermo. “I am Paul Walker” sarà presentato per la prima volta su Paramount Network questa estate, in concomitanza con il quinto anniversario della morte dell'attore, avvenuta a quarant'anni durante un incidente stradale. Il documentario prevede interviste con i membri più vicini a Paul Walker del cast del film e con i suoi amici. La pellicola esplorerà sia la sua carriera cinematografica che la sue meno conosciute passioni come la salvaguardia dell'ambiente marino e diversi progetti filantropici, come la ricostruzione di Haiti dopo il devastante terremoto che la rase al suolo.
Paul Walker dopo la morte un documentario sull'attore
Derik Murray dirigerà il film, l'ultimo della sua serie di documentari denominata “I Am”, ha infatti girato già diversi documentari sulla vita di John F. Kennedy Jr., Muhammad Ali e Heath Ledger. Paul Walker morì nel novembre 2013, dopo un incidente accorso mentre era in un'auto sportiva. Si schiantò contro un palo della luce e poi contro tre alberi, l'auto su cui viaggiava prese fuoco. Il suo amico, Roger Rodas, stava accelerando al momento e morì anche lui nell'incidente. Per girare il documentario, la Paramount Network ha unito le forze con la Network Entertainment. Paul Walker era impegnato nelle riprese di Fast & Furious 7 quando morì, lasciando una figlia, la piccola Meadow, oggi diciottenne.
Il risarcimento da parte di Porsche
La ragazza ha recentemente raggiunto un accordo con la Porsche, la casa costruttrice della Carrera GT su cui suo padre trovo la morte. Aveva fatto causa dalla multinazionale di Stoccarda sostenendo la tesi che vi fossero dei noti difetti di fabbricazione in quel modello di auto. La Porsche ha deciso di chiudere la vicenda legale prima ancora di essere imputata in un eventuale processo, versando un risarcimento economico alla figlia di Paul Walker. Le perizie sull'auto avevano accertato che lo schianto avvenne a 160km/h, le indagini conclusero che la causa della morte era l'eccessiva velocità sostenuta dall'autista Roger Rodas.