Per il Giorno della Memoria Corri, Ragazzo, Corri, del regista premio Oscar Pepe Danquart

Corri, Ragazzo, Corri sarà nei cinema selezionati, il 26, 27 e 28 gennaio

Per celebrare il Giorno della Memoria, Corri, ragazzo, corri, tratto dal best-seller mondiale ispirato alla storia vera di Yoram Fridman,  sarà nelle sale il 26, 27 e 28 gennaio.

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Jurek ha circa nove anni quando fugge dal ghetto di Varsavia. Costretto a separarsi dai fratelli e dai genitori per salvarsi dai nazisti, vivrà i durissimi tre anni che lo separano dalla fine della guerra nei boschi e nei villaggi vicino alla capitale. Imparerà a dormire sugli alberi e a cacciare per nutrirsi. Sopravvivrà ai gelidi inverni chiedendo ospitalità, contraccambiandola con manodopera. In questo duro viaggio, Jurek incontrerà persone che lo aiuteranno ed altre che lo tradiranno ma non perderà mai la forza per andare avanti…

Corri, Ragazzo, Corri è diretto dal premio Oscar Pepe Danquart, Con Andrzej Tkaczz, Jeanette Hain, Rainer Bock, Itay Tiran, Katarzyna Bargielowska.

Qui il trailer di Corri, ragazzo, corri:

Vi proponiamo inoltre una clip di Corri, ragazzi, corri:

La storia è quella di un bambino di otto anni, fuggito dal ghetto di Varsavia dove ha visto sua madre sparire in un attimo come per una malefica magia, passa da un gruppo di ragazzi alla macchia, a case di contadini protettivi o malvagi e delatori, a soldati tedeschi spietati o umani; dorme sugli alberi, nelle tombe e, a forza di nasconderlo, arriva a dimenticare di essere ebreo.

«Ti ordino di sopravvivere» gli aveva detto il padre prima di venire ucciso. E, per avere la forza di seguire quell’ordine, il ragazzo è costretto a cancellare il ricordo del suo passato, della madre e del paese della sua infanzia, come i continui addii del presente. Dimenticando concentra tutta la sua energia nel momento in cui vive, povero, affamato, senza protezione, a un certo punto perfino senza un braccio, che il chirurgo si è rifiutato di curare, riconoscendolo ebreo. Ma la corsa prosegue, e «il bambino biondo senza un braccio» ci rimane in mente come un’inesausta sfida alla morte.