Persino Marvel Studios prende posizione: "Noi siamo sinonimo di speranza, forza e inclusività"
The Walt Disney Company è al centro delle polemiche negli Stati Uniti. Il colosso non sta prendendo pubblicamente le distanze dalla cosiddetta "Don't Say Gay Bill", la legge in fase di approvazione che in Florida, se passerà alla Camera dopo l'ok del Senato, vieterà le discussioni su orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole di primo grado. La normativa è contestatissima dalla comunità queer dello Stato e il silenzio della Casa di Topolino è particolarmente rumoroso in Florida, dove nel 1971 è stato inaugurato il famoso Disney World.
Legge Don't Say Gay, Marvel si dissocia da Disney
Disney deve fare i conti anche con i finanziamenti "imbarazzanti" che ha elargito a diversi politici che sostengono la legge Don't Say Gay. Il Ddl punta a "difendere la responsabilità più impressionante che una persona può avere: essere un genitore", ha dichiarato il deputato Joe Harding, uno dei due firmatari con il senatore repubblicano Dennis Baxley.
Dopo le proteste scoppiate soprattutto ad opera dello sceneggiatore Benjamin Siemon, anche la Marvel ha preso posizione in merito con un comunicato pubblicato sui social.
Denunciamo con forza qualsiasi legge che infrange i diritti umani fondamentali della comunità LGBTQIA+. I Marvel Studios sono sinonimo di speranza, inclusività e forza; e siamo orgogliosi di stare al fianco della comunità. Oggi, ci impegniamo a proseguire il nostro forte impegno come alleati che promuovono i valori di uguaglianza, accettazione e rispetto.
Disney: Don't Say Gay Bill crea imbarazzo
Online è nata una petizione per chiedere alla Disney di dissociarsi dalla "Don't Say Gay Bill" e di troncare i finanziamenti ai suoi sostenitori. Un gruppo di dipendenti queer dell'azienda è invece sceso in strada e ha organizzato una settimana di scioperi in segno di protesta contro l'approccio soft dei vertici sulla questione. Ad oggi lo studio ha soltanto rilasciato un comunicato a sostegno dei propri dipendenti e spettatori LGBTQIA+, ma non ha mai condannato apertamente il disegno di legge né ha ritirato i finanziamenti ai politici che la promuovono.
A complicare ancor più il quadro ci ha pensato l'amministratore delegato Bob Chapek. Il Ceo ha inizialmente ribadito "l'impegno incrollabile della Disney per la comunità LGBTQ+" nella creazione "di un mondo più inclusivo" attraverso le proprie produzioni, ricordando in tal senso il primo personaggio apertamente gay dell'universo Pixar visto nel corto Out, ma ha poi specificato che la società non avrebbe preso una posizione pubblica precisa in merito al disegno di legge della Florida.