Animali notturni: perché recuperare il film con Amy Adams e Jake Gyllenhaal?

Animali notturni di Tom Ford e con Amy Adams e Jake Gyllenhaal è uscito al cinema qualche mese fa. La nostra recensione

Presentato in concorso alla 73. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Animali notturni è il thriller drammatico di Tom Ford, regista del tanto acclamato A Single Man, con protagonisti Amy Adams e Jake Gyllenhaal. La pellicola racconta una storia dentro una storia, con la prima parte incentrata su una donna di nome Susan che riceve un manoscritto da parte del suo ex marito, da cui si era separata vent'anni prima. La seconda parte ruota attorno alla vicenda contenuta nella bozza del romanzo a lei inviata e intitolata Nocturnal Animals. Nel testo di pura fantasia Edward narra le tragiche disavventure di un uomo, Tony, in vacanza con la famiglia. Durante il tragitto verso il luogo prescelto, lui, la moglie e la figlia vengono coinvolti in un ‘incidente’ causato volontariamente da alcuni uomini che si divertono a giocare con la vita degli altri. La vacanza, quindi, in pochi minuti si trasformerà in un incubo che sfocerà in una vera e propria tragedia. 

La recensione di Animali Notturni

Tom Ford torna a far parlare di sé. Quest’ultimo, con grande maestria e riprese volte a immortalare ogni minimo particolare (segno di una ricerca della perfezione che emerge fin dalla inquietante ripresa iniziale), ha regalato al pubblico presente un lavoro di alto livello tecnico. Le scene, alcune decisamente troppo cruenti o improvvise per essere viste da bambini, mantengono un ritmo coinvolgente, ma altalenante: si passa da momenti di estrema lentezza e staticità (elemento che non annoia lo spettatore in quanto - immedesimandosi nel personaggio femminile principale - riesce a capire le sue preoccupazioni e a cogliere l’importanza di dare profondità a quegli istanti) ad attimi di pura tensione fisica ed emotiva, che seguono un andamento più incalzante.

Non solo dramma, perché in Animali notturni di Ford traspare una vena ironica che ha suscitato qualche risata in sala (sono davvero poche, tre o quattro al massimo, ma è un elemento che - se usato nel modo corretto - non può che aumentare l’interesse dello spettatore). Notevole anche l’idea del doppio racconto con il quale il regista è riuscito a separare con chiarezza le due dimensioni, quella finta e quella reale. Amy Adams è impeccabile nel ruolo di una donna distrutta dai sensi di colpa che vuole raggiungere quel pizzico di felicità utile a vivere una vita serena.

L’attrice continua a esprimere emozioni attraverso l’intensità dei suoi occhi e delle sue espressioni, senza mai risultare fuori parte. Jake Gyllenhaal è stato immenso nei panni di un uomo che non solo vuole giustizia, ma - prima di tutto - è intenzionato a scoprire cosa è realmente successo quella notte a sua moglie e sua figlia. Infine, è impossibile non citare la colonna sonora, la quale teneva il passo con le scene per stonare volutamente nel triste e imprevedibile (sia nella storia reale sia in quella di fantasia) finale, con l’intento di sottolineare quanto stava per accadere.