La recensione di Black Butterfly, il film diretto da Brian Goodman e interpretato da Antonio Banderas e Jonathan Rhys Meyers
Antonio Banderas torna al cinema in Black Butterfly, il film diretto da Brian Goodman che vede coinvolti nel cast anche Jonathan Rhys Meyers, Piper Perabo e Abel Ferrara. La pellicola racconta la storia di uno scrittore, Paul, la cui carriera è in costante declino. Un giorno, dopo essere stato difeso da un misterioso uomo, decide di accoglierlo nella sua dimora, un luogo isolato e poco frequentato. Il giovane però si scoprirà avere un passato nascosto che, se scoperto, potrebbe mettere nei guai Paul e Laura, una donna molto vicina al protagonista, Banderas. Ma siamo sicuri che non ci sia dell’altro dietro tutto questo?
La recensione di Black Butterfly
È un vero peccato che un film tanto ben fatto venga letteralmente rovinato da un finale così banale e superfluo ai fini del racconto. Due minuti in più che, se non ci fossero stati, avrebbero fatto la differenza. Ma andiamo per gradi, perché il film merita di essere visto per diversi motivi. Intanto è bene dire che la pellicola di Brian Goodman si avvale di un ritmo altalenante che permette di assaporare ogni singolo evento presentato.
Dopo una partenza a rilento, si assiste ad un crescendo di situazioni esaltanti che trovano il loro apice nei pochi minuti prima della suddetta conclusione. Le dinamiche iniziali tra le due figure principali - Paul e il giovane - non sono approfondite come meriterebbero. Non si capisce infatti come sia possibile, soprattutto di questi tempi, prendere in esame anche solo l’idea di ospitare uno sconosciuto in casa propria, così, dal nulla. Altro aspetto alquanto ridicolo è la reazione di Paul ad alcuni eventi che si manifestano, la quale sembra innaturale rispetto a quella che al normale vedremmo nella realtà.
Eppure il film funziona perché man mano che la storia prosegue il livello di tensione si alza notevolmente e permette al pubblico di rimanerne affascinato. Ciò che colpisce però è la regia di Goodman, il quale - attraverso un uso sapiente delle inquadrature - riesce a far sentire gli spettatori parte della storia. Queste inquadrature sono in grado di trasmettere a loro volta una maggiore tensione (seppur non abbastanza alta da far saltare lo spettatore), spesso evidenziata da una colonna sonora adeguata e una fotografia pulita e composta da toni prevalentemente freddi e cupi. È come se il regista si fosse volutamente trattenuto.
Se Jonathan Rhys Meyers (Shelter - Identità paranormali e il recente London Town) ha dato grande prova di sé, lo stesso non possiamo dire di Antonio Banderas il quale il più delle volte è inespressivo. Solo verso la fine, anche merito della buona idea del regista di chiarire la situazione solo negli ultimi 15 minuti di Black Butterfly, l’attore - così come Rhys Meyers - è risultato credibile.
Voto: 7
Frase:
Si tende sempre a immaginare il peggio