Abbiamo visto in anteprima il nuovo film diretto dall'attore James Franco. La nostra recensione di In Dubious Battle
James Franco torna in veste di regista con la pellicola In Dubious Battle, incentrata sul tentativo di alcuni componenti del Partito Comunista di convincere i lavoratori agricoli, che si occupano di raccogliere le mele nella California della Grande Depressione negli Anni Trenta, a scioperare in modo da far valere i propri diritti attraverso la lotta di classe. Nel film si fa largo la misteriosa figura di Mac, che dimostra come sia i proprietari terrieri sia gli attivisti politici sfruttino i poveri lavoratori per raggiungere i propri scopi.
L’obiettivo è quello di evitare che nel tempo vi siano altre persone costrette a soffrire poiché sfruttate come loro. Trasposizione dell’omonimo romanzo dello scrittore americano John Steinbeck e presentato Fuori concorso alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la pellicola vede come protagonista della storia un cast d’eccezione, composto da Bryan Cranston, Robert Duvall, Vincent D'Onofrio, Danny McBride, Ed Harris, Selena Gomez e lo stesso regista.
La recensione di In Dubious Battle
Dopo il recente The Sound and the Fury, James Franco è tornato a dirigere una pellicola tratta da un’opera letteraria: si tratta de La battaglia di Steinbeck. Il film, la cui sceneggiatura è stata scritta da Matt Rager, denota una certa maturazione dietro la macchina da presa di Franco, che qui riesce a dare il meglio di sé come interprete e un po’ meno nei panni di regista. Non mancano, infatti, errori, imprecisioni e scelte stilistiche discutibili, ma nel complesso è il suo lavoro più riuscito degli ultimi anni e magari in futuro ci regalerà qualcosa di ancora meglio.
Il regista non è riuscito a far emergere la forza espressiva dei suoi personaggi, elemento che avrebbe permesso al grande pubblico di essere maggiormente coinvolto dal punto di vista emotivo. Un vero peccato, perché il soggetto meritava per la sua originalità: nonostante il carattere politico presente nel progetto (l’aspetto più interessante introdotto dall’attore), la pellicola non eccelle nella scenografia, che è estremamente semplice e ridotta ai minimi termini, e nei costumi indossati dai personaggi, dando così la sensazione che il periodo non sia effettivamente quello degli Anni Trenta.
Inoltre, i protagonisti della pellicola non vengono descritti come meriterebbero. Non si conosce molto di loro, perché il regista ha preferito concentrarsi sul contesto generale, quello della lotta sociale operaia contro lo sfruttamento dei grandi proprietari terrieri, anche se neanche questo gli è riuscito molto bene. In In Dubious Battle sono presenti anche alcuni problemi legati alla sceneggiatura in quanto i dialoghi di Rager sono di una banalità unica e non convincono chi ascolta. E’ giusto dire che si tratta di un progetto corale, in cui a risaltare più degli altri è il personaggio di Mac, che James Franco impersona egregiamente con quella freddezza che caratterizza da sempre la sua recitazione.