La recensione de La legge della notte di e con Ben Affleck. Cosa accomuna un fuorilegge e un potente boss?
Nei ruggenti Anni ’20, quando il Proibizionismo non riesce a fermare il fiume d’alcool che invade gli speakeasy della mala, chiunque con abbastanza ambizione e nervi saldi ha l’opportunità di ottenere rapidamente potere e denaro. Così Joe Coughlin, il figlio di un commissario della Polizia di Boston, da tempo ha voltato le spalle alla sua rigida educazione per diventare un fuorilegge. Però perfino tra i criminali esistono delle regole e Joe infrange la più grande: incrocia il suo cammino con un potente boss, rubandogli soldi e donna. L’incontro finisce in tragedia, conducendo Joe su un percorso di vendetta, ambizione, amore e tradimenti che lo costringe a lasciare Boston per Tampa e i suoi contrabbandieri di rum. Questa la trama de La legge della notte, il nuovo film diretto e interpretato da Ben Affleck che vede nel cast anche Scott Eastwood, Elle Fanning, Zoe Saldana, Sienna Miller e Chris Cooper.
La recensione de La legge della notte di Ben Affleck
Non è facile commentare l’opera di un regista alle prime armi (ricordiamo il suo esordio alla regia con Gone Baby Gone): la pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Dennis Lehane, sorprende e delude allo stesso tempo. Non convince infatti la regia di Affleck il quale ha cercato di rendere determinate scene particolarmente drammatiche, facendosi aiutare da una colonna sonora incisiva e dotata di forza propria, senza però riuscirci. L’attore ha scelto di mostrare la vita del fuorilegge Joe Coughlin avvalendosi di un ritmo lento, che solitamente viene utilizzato per dare maggiore forza espressiva e spessore al momento in questione. Qui però lo stratagemma non ha funzionato. Risulta difficile infatti mantenere l’attenzione per tutta la durata del progetto, soprattutto all’inizio, quando vengono introdotti i personaggi. Nel corso de La legge della notte questo problema sembra diminuire man mano, ma in realtà vi è un alternarsi di piccoli colpi di scena, sparatorie e scene piatte che non migliorano la situazione generale. È bene dire che sul giudizio negativo ha avuto un ruolo anche la recitazione di Ben Affleck il quale mantiene la stessa espressione sin dal principio, risultando poco credibile e per nulla empatico. Neanche il doppiaggio ha giovato alla sua interpretazione trattandosi dello stesso doppiatore di Adam Sandler. Sarebbe stato meglio scegliere una voce più profonda e soprattutto lontana dal mondo della comicità.
Molto interessante è la scelta di Ben Affleck di utilizzare la voce fuoricampo dl protagonista per raccontare i momenti salienti - con l’intento di velocizzare il susseguirsi dei fatti narrati (spesso i cambi di scena e di situazioni risultano troppo repentini) - e introdurre i vari personaggi. Tra questi emerge la figura di Loretta Figgis (Elle Fanning), una ragazza che - dopo essere approdata sulla via del peccato - decide di donare la sua vita ad un credo superiore. Non mancano alcuni colpi di scena nel finale: quando la storia sembra essersi conclusa, ecco che succede qualcosa di imprevedibile, ma non abbastanza emozionante da tirare su la qualità generale de La legge della notte. Ottimi sono invece i dialoghi, merito di un linguaggio accurato e diretto, un linguaggio poco ortodosso (molte sono le minacce volte agli altri) che ricorda i film dedicati alla malavita. Infine è visibile un’accurato studio degli ambienti (dai bordelli ai locali, dalle abitazioni alle atmosfere) e delle musiche dell’epoca.
Voto: 6
Frase:
Questo è il paradiso. Questo qui. Ci siamo dentro