La recensione di Power Rangers di Dean Israelite e con Bryan Cranston

Abbiamo visto in anteprima il Power Rangers di Dean Israelite e con Bryan Cranston. Ecco la nostra recensione

I Power Rangers sono tornati sul grande schermo, ma il regista Dean Israelite sarà riuscito a rendere piena giustizia ai cinque eroi? Quando scoprono che la cittadina di Angel Grove e il Mondo intero sono sul punto di essere distrutti da una temibile minaccia aliena, cinque normalissimi teenager dovranno unire le proprie forze per trasformarsi in qualcosa di straordinariamente potente: i Power Rangers. Prescelti dal Destino, i cinque giovani eroi si renderanno ben presto conto di essere gli unici in grado di salvare le sorti del Pianeta. 

La recensione dei Power Rangers

La pellicola Power Rangers, che vede nel cast Dacre Montgomery, Naomi Scott, RJ Cyler, Ludi Lin e Becky G. e gode della presenza di Elizabeth Banks e Bryan Cranston, è in parte deludente. La sceneggiatura è banale in quanto troviamo dialoghi che lo spettatore facilmente riesce a intuire prima che i concetti vengano espressi. Sarà che i fan dei cinque Power Rangers (rosso, nero, giallo, blu e rosa) sono abituati a sentire sempre le stesse battute, ma in ogni caso i dialoghi, privi di un qualsiasi spessore e a dir poco prevedibili, non convincono affatto. È bene dire che il film vanta dei momenti alquanto divertenti (anche se rari), che permette al pubblico giovane di seguire la difficile missione dei Power Ranger con minori difficoltà.

Nonostante ciò, bisogna essere realisti: è un film che può essere apprezzato per lo più dai ragazzi dalle medie in su, un po’ per la banalità degli eventi e gli scarsi effetti speciali (il 3D sarebbe davvero sprecato in questo caso) e un po’ per le scene mostrate, alcune troppo forti per essere viste da un pubblico di bambini. Qualche punto in più è da attribuire invece alla colonna sonora che, oltre ad essere movimentata e talvolta avere in sé una vena umoristica, è anche adatta al target di spettatori che si vuole colpire. 

Eppure il film potrebbe funzionare per tutti coloro che seguono i Power Ranger sin da quando trasmettevano le diverse serie in televisione. Come dimenticare i Power Ranger in Space, i Turbo, i Galaxy e tutti gli altri? Il progetto, infatti, sembra volto a riportare gli adulti - o comunque i giovani - nel proprio passato, facendo rivivere alcuni ricordi legati al piccolo schermo come la presenza immancabile del Megazord. Probabile quindi che gli appassionati del genere ne rimangano in qualche modo colpiti perché si tratta di un film che rimanda alla propria infanzia, ma non per questo può essere considerato un lavoro degna di nota.

Quando le idee sono poche e neanche buone è meglio non imbarcarsi in un’opera cinematografica, soprattutto nel caso in cui esse non risultano innovative. Il progetto manca anche di scene emozionanti o accattivanti sin dall’inizio, quando i cinque giovani devono decidere se accettare il loro ruolo nel mondo o meno. Solo un paio di momenti colpiscono l’occhio umano in quanto singolari e di forte impatto visivo, ma non è abbastanza per alzare il livello della pellicola. Il problema di fondo, oltre alla mancanza di temi incisivi (nessuno viene approfondito adeguatamente, anche se il film tocca diversi argomenti che potrebbero riguardare la vita di qualsiasi persona), è dato dalla recitazione degli attori stessi. 

Dacre Montgomery (Red Ranger), Naomi Scott (Pink Ranger), Becky G. (Yellow Ranger) e Ludi Lin (Black Ranger) non hanno entusiasmato particolarmente nei loro ruoli. Una menzione speciale è da attribuire invece a RJ Cyler, il Blue Ranger, che impersona un ragazzo affetto da un principio di autismo. Quest’ultimo ha dato vita ad alcune delle scene più esilaranti di Power Rangers. Difficile valutare l’’interpretazione vocale’ di Bryan Cranston in quanto abbiamo visto la versione doppiata in italiano, ma se l’attore merita quanto il doppiatore allora siamo a cavallo. Infine, Elizabeth Banks è stata brava, ma avrebbe potuto dare di più nella parte del villain. 

Voto: 6

Frase:

Hai fatto una cosa orribile, ma non sei una persona orribile. Sii chi vuoi essere