La recensione di The Space Between con protagonista Flavio Parenti

Abbiamo visto in anteprima The Space Between. La nostra recensione sul film con Flavio Parenti

The Space Between è il film drammatico di Ruth Borgobello che vede come protagonisti Flavio Parenti e Maeve Dermody e si avvale della partecipazione di Lino Guanciale. Marco è un ex chef talentoso che una sera, durante una cena, conosce Audrey, una ristoratrice australiana. Innamoratasi della cucina di Marco, Audrey gli offre un lavoro a Melburne. Marco non ha lo spirito per accettare, ma un tragico evento e l'incontro con Olivia, una ragazza australiana affascinante e piena di vita, riusciranno ad aprirgli gli occhi sul futuro.

La recensione di The Space Between

È inutile girarci intorno: la pellicola di Ruth Borgobello presenta molti aspetti negativi, a partire dal ritmo poco incalzante che la caratterizza. È un film incentrato sul dolore per la perdita di una persona cara e le difficoltà che si possono incontrare nel superarlo. Quando muore qualcuno non è mai facile uscirne, spesso perché non abbiamo la forza di affrontare quello che è realmente successo. Non è raro infatti che la gente si tenga tutte le emozioni dentro e non riesca ad andare avanti con la propria vita quando si verificano queste tragedie. Ciò è quello che accade a Marco (Flavio Parenti) il quale, dopo la morte dell’amico Claudio (Lino Guanciale), non riesce a trovare una via d’uscita dal suo dolore.

Altro tema, accennato ma mai approfondito fino in fondo, è quello del rapporto conflittuale con il padre, che si è inasprito dopo il decesso della madre avvenuto anni prima. Incapace di esprimere i propri sentimenti a chiunque, Marco imparerà dai suoi errori e troverà in Olivia uno spiraglio di sole e nell’Australia un motivo per rimettersi in gioco e prendere nuovamente in mano la sua vita. Per quanto riguarda le tematiche presenti, non vi è nulla da obiettare in quanto sono chiare e ben illustrate, anche se banali. 

L’originalità non è certo un elemento di The Space Between. C’è anche da dire che il film permette di riflettere sull’importanza di reagire nei momenti più bui e di risolvere i propri conflitti interiori per sentirsi finalmente liberi. Nella sceneggiatura, poco incisiva, dove prevalgono i silenzi che rendono bene lo stato di angoscia e solitudine del protagonista, mentre i dialoghi sono perlopiù superficiali. Nessun personaggio viene approfondito come meriterebbe, tanto che Olivia pare essere una presenza di basso rilievo nel film, quando invece dovrebbe simboleggiare la rinascita del protagonista. 

Colpisce però l’interpretazione di Flavio Parenti, il quale parla inglese in modo fluido (abbiamo visto la versione originale con i sottotitoli) e con poche imprecisioni. L’attore è risultato particolarmente espressivo nei momenti più drammatici, sin dalla scena iniziale in ospedale.