Red Joan: un thriller a metà

Judi Dench è favolosa ma Red Joan paga l'assenza di quel pathos necessario ad un film di questo genere

Può un’amabile nonna inglese essere davvero una spia russa? E’ questa la domanda che accompagna la visione di Red Joan e intorno al quale il film ruota. Un quesito a cui è difficile dare una risposta (per chi non conosce a vicenda giudiziaria che ha riguardato Melita Norwood, la cui storia è stata fonte d’ispirazione per l’opera diretta da Trevor Nunn) nella prima parte della pellicola grazie all’ottima interpretazione dell'intramontabile Judi Dench, ai suoi sguardi, alla mimica facciale, ai movimenti incerti. Red Joan viaggia per tutti i suoi 101 minuti di durata su due binari separati nel tempo: il primo ambientato nel 2000, il secondo a metà del ‘900, tra la Seconda Guerra Mondiale e gli anni della Guerra Fredda. Due filoni il cui collegamento è rappresentato dalla protagonista Joan Stanley, un’amabile signora di una certa età che all’inizio della pellicola vediamo essere arrestata dalla polizia inglese con l’accusa di alto tradimento per aver passato informazioni top secret all’Unione Sovietica negli anni ’40 tra lo sgomento del figlio (un avvocato in carriera) e dell’intero vicinato. Nell’interrogatorio a cui viene sottoposta Joan scava nella sua memoria e torna al suo passato da studentessa di fisica a Cambridge prima e scienziata al lavoro per costruire la bomba atomica poi. 

Red Joan, il cast: Judi Dench vale il prezzo del biglietto

Nella versione da anziana, come detto, Joan Stanley è interpretata da Judi Dench, in quella di giovane e brillante studentessa / scienziata è invece impersonata da Sophie Cookson. Come detto in precedenza, Red Joan sfrutta, nella prima parte, la curiosità che la vicenda suscita nello spettatore, la voglia di scoprire se davvero Joan Stanley ha passato informazioni segrete al KGB.

Un dubbio lecito, nonostante la certezza mostrata dagli agenti della polizia inglese, perché sia Sophie Cookson che Judi Dench (come detto) non hanno la faccia della spia, non fanno apparire la loro Joan Stanley come la persona adatta per un compito così delicato e pericoloso. Ma una volta che il mistero viene svelato, il film non riesce a mantenere lo stesso pathos a mantenere alto l’interesse dello spettatore. 

La storia che Trevor Nunn ha avuto a disposizione per sviluppare il proprio thriller, quella di Melita Norwood, era un patrimonio che poteva (e doveva) essere sfruttato al meglio. Invece la questione delle informazioni top secret che riguardano la costruzione della bomba atomica, che Joan Stanley deve decidere se passare o no all’Unione Sovietica di Stalin viene trattata con troppa leggerenzza.

Così come il lavoro di spionaggio svolto dai suoi amici e compagni di università, convinti comunisti e sostenitori di Stalin, sembra essere trattato quasi come un gioco, come un qualcosa di semplice e per nulla pericoloso. Un thriller senza quella tensione che caratterizza questo genere e che fa stare lo spettatore sulle spine, senza permettergli di rilassarsi troppo sulla propria poltrona, finisce per snaturarsi. E questo è ciò che capita a Red Joan. 

Red Joan: un film godibile ma nulla più

Quello diretto da Trevor Nunn resta quindi un film apprezzabile per l’ottima interpretazione dei suoi protagonisti (su tutti Judi Dench) e per la storia personale (sia quella affettiva che quella legata al suo lavoro) della protagonista Joan Stanley. Nel giudizio finale di Red Joan pesa però l’assenza del senso di pericolo, l’idea che qualcosa possa andare storto da un momento all’altro e la situazione possa finire per crollare. E’ questo il limite principale di un film che resta comunque godibile anche se, sinceramente, ci saremmo aspettati qualcosa di più.

Prima di concludere un’ultima annotazione: la storia di Joan Stanley raccontata nella pellicola è diversa da quella reale di Melita Norwood, in particolari sono differenti le motivazioni che hanno spinto la protagonista di questa vicenda a compiere le proprie scelte rispetto a quelle che muovono il personaggio interpretato da Sophie Cookson e Judi Dench nel film. L’impressione è che Trevo Nunn abbia voluto fornire una versione della storia che potesse far risultato la protagonista un personaggio positivo agli occhi di tutti. 

Voto: 6

Frase
“Joan Elisabeth Stanley lei è accusato di ventissete violazioni della legge sul segreto di stato”

Fonte foto di copertina e fonte foto interna: https://www.facebook.com/visionfilmdistribution/