Roberto Rossellini: dopo Roma città aperta il cinema non fu più lo stesso

Roberto Rossellini è stato il regista italiano che più ha cambiato il cinema, prima di tutto con Roma città aperta e poi con la sua filmografia.

Parlare di Roberto Rossellini è molto complicato, perché il suo cinema ha il potere singolare di smuovere gli animi del pubblico e essere, allo stesso tempo, intellettuale e avanti con i tempi. Non c'è mai stato un regista come Rossellini, di cui molti ricordano Roma città aperta, il suo film più famoso uscito nel 1945 poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, che fu il crack, il punto di non ritorno, il cambio di stile del cinema. Dopo la metà del film con protagonista Anna Magnani (che ne è protagonista, per l'appunto, fino alla metà) il cinema non fu più lo stesso. Per scoprire perché bisogna fare un excursus nella filmografia di Roberto Rossellini, uno che è stato capace di conquistare donne del calibro di Anna Magnani e Ingrid Bergman.

Roberto Rossellini: la filmografia del regista

Rossellini muove i primi passi nel mondo del cinema nel periodo dei cosiddetti film dei "telefoni bianchi", un particolare stile cinematografico che era in voga negli anni '30 e '40, in pieno regime fascista, in Italia. Telefono bianchi per via degli ambienti sempre interni mostrati in questi film, con protagonisti persone di alto rango sociale. I primi lavori di Rossellini sono stati cortometraggi: Daphne (1936), Prélude à l'après-midi d'un faune (1937), La vispa Teresa (1939), Il tacchino prepotente (1939), Fantasia sottomarina (1940), Il ruscello di Ripasottile (1941).

Nel lungometraggio Rossellini esordì nel 1941 con La nave bianca, poi fu la volta di Un pilota ritorna (1942) e infine il primo trittico del regista si completò con L'uomo dalla croce (1943).

Il cambio di rotta per lui, e per tutto il cinema, avvenne con Roma città aperta, uno dei primi esempi di neorealismo italiano. La particolarità si questa pellicola, realizzata con mezzi veramente scarsi (siamo in pieno sgombero dei fascio-nazisti dall'Italia), è che fu vista come un simbolo della liberazione italiana dalla dittatura. Ma le cose, dal punto di vista cinematografico, sono più profonde di così: il netto cambio di registro dai film che si erano visti fino a quel momento fu incredibile. La famosa scena della corsa disperata di Anna Magnani, e la sua successiva uccisione, era tutto quello che non si era mai visto al cinema: perché la Sora Pina era l'assoluta protagonista del film, e uscì di scena proprio a metà della pellicola. Quando mai si era visto che il protagonista di un film moriva a metà? A metà di Roma Città Aperta il cinema cambiò per sempre. Poi anche il linguaggio cinematografico, che formò i canoni del neorealismo, fu rivoluzionario.

Il seguito di questo film fu Paisà (1946) che continuò a parlare della Guerra e della liberazione degli Alleati della penisola. A completare la "Trilogia della Guerra" fu Germania Anno Zero (1948) questa volta ambientato nel paese tedesco, distrutto, dopo la fine della guerra.

Altri film di Rossellini furono: Il desiderio (1946), L'amore (1948), Francesco, giullare di Dio (1950), I sette peccati capitali (1952, episodio Invidia),  La macchina ammazzacattivi (1952).

Roberto Rossellini: Ingrid Bergman e Anna Magnani

Rossellini finì anche al centro della cronaca rosa del Paese, nel 1950, quando scelse Ingrid Bergam come sua musa (e amante) per Stromboli (Terra di Dio). Ma sia Rossellini sia Bergman erano sposati: la loro unione fece scandalo quando nacque loro un figlio, Robertino. Rossellini spezzò il cuore ad Anna Magnani, che proprio mentre il regista lavorava sull'isola di Stromboli lei era la protagonista di Vulcano, un altro film girato sull'omonima isola.

Con la Bergman Rossellini lavorò ancora in Europa '51 (1952) e in Viaggio in Italia (1954), ma anche in altri film successivi. Altri film di Rossellini di quel periodo sono: Siamo donne (1953, episodio Ingrid Bergman), Amori di mezzo secolo (1954, episodio Napoli '43), Dov'è la liberta? (1954), La paura (1954), Giovanna d'Arco al rogo (1954), India (1959) e Il generale Della Rovere (1959).

Roberto Rossellini in tv, ma ancora anche al cinema

Alla fine degli anni '50, Rossellini smise per un periodo di lavorare per il cinema e si mise al servizio della nuova arrivata tv, sceneggiando e dirigendo molti documentari per la tv dal tratto storico.

Ma il cinema tornò con: Era notte a Roma (1960), Viva l'Italia (1961), Vanina Vanini (1961), Anima nera (1962), Ro.Go.Pa.G. (1963, episodio Illibatezza), Anno uno (1974) e Il messia (1975).

La rivoluzione di Rossellini

Dopo Roma città aperta il cinema cambiò, quindi si può dire che Rossellini sia il padre del cinema moderno. Infatti influenzò i cineasti francesi della Nouvelle Vague - Francois Truffaut, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette e tutti gli altri -, contribuendo a dar vita al fenomeno delle "Nuove onde" del cinema, che nella seconda metà del Novecento rivoluzionò il cinema d'autore di quasi tutti i maggiori paesi del mondo. Un cinema di rottura, quello di Rossellini: una rivoluzione cinematografica.

Fonte immagini: facebook.com/fyrobertorossellini