L’attrice inglese Felicity Jones guida un gruppo di vagabondi stellari nel primo spin-off di Star Wars. La fantascienza inventata da George Lucas incontra il cinema d’azione e di guerra. Una riflessione sul mondo attuale
Il mondo sta male, molto male. Sul pianeta Terra o altrove, nelle molteplici galassie dell’universo. E, qui e in quei luoghi sconosciuti ma resi familiari dalla fantascienza, c’è bisogno di ribelli, avventurieri, vagabondi dello spazio e nello spazio, per contrastare le trame dei potenti, delle dittature, di regimi totalitari ovunque essi si trovino. Come ha sempre fatto nella sua storia, il cinema di genere, in particolare l’horror e la fantascienza, sotto la sua superficie e dietro i suoi codici ha posto precise domande e riflessioni sulla società, la politica, una quotidianità di volta in volta minacciata. In tale contesto si colloca Rogue One: A Star Wars Story (da notare che il titolo originale si limita alle prime due parole), che della saga di guerre stellari inventata nel 1977 da George Lucas e costituita di tre episodi, poi accresciuta di una seconda trilogia già compiuta e di una terza in fase di svolgimento, rappresenta un corpo a sé. Si tratta infatti del primo spin-off della serie che ha reinventato almeno una parte dell’immaginario contemporaneo, del capitolo d’esordio di una possibile e interminabile produzione parallela dedicata a singoli personaggi dove ogni film, pur lasciando aperti spiragli, dovrebbe porsi come testo non dipendente da altri.
Si comincia quindi da Rogue One, nome che il pilota imperiale disertore Bodhi Rook (Riz Ahmed, era il protagonista de Il fondamentalista riluttante di Mira Nair) dà all’astronave ribelle sulla quale viaggia con gli altri personaggi in cerca di giustizia, in una lotta impari per numero e mezzi contro l’esercito dell’Impero. Un’astronave vagabonda (“rogue”) per degli esseri vagabondi che non hanno nulla da perdere, lacerati da esperienze precedenti ma non sconfitti nel desiderio di battersi per riequilibrare le sorti di un mondo governato da tiranni. Questo “mucchio selvaggio” delle galassie, contro tutto e contro tutti, strampalato e multietnico, è guidato da Jyn Erso (Felicity Jones, a suo agio e brava nel ruolo dell’eroina comune con la missione di ritrovare e riabilitare il nome del padre) ed è composto anche dal guerriero Cassian Andor, da un samurai cieco abitato dalla Forza, da un forzuto al quale sul punto di morte trasmetterà la sua filosofia e da un immancabile robot acuto e spiritoso. Al termine di una prima parte che li fa conoscere, che li vede annusarsi diffidenti e superare prove alquanto pericolose, i nuovi eroi stellari, e soprattutto Jyn e Cassian (brevi inquadrature suggeriscono un possibile, futuro amore), penetreranno nel cuore della fortezza nemica per rubare la micidiale arma conosciuta come Morte Nera (e in alcune scene appare quasi come in un cameo Darth Vader).
Diretto senza molta originalità dall’inglese Gareth Edwards, Rogue One, tra scenari naturali (il film è stato girato in Islanda, Giordania e Maldive) cupamente illuminati e scenografie digitali che disegnano l’orizzontalità e la verticalità degli spazi, contamina la fantascienza con il cinema d’azione ad alta vertigine (si pensi alla saga di Mission: Impossible) e con quello di guerra, ampiamente citato, dai film sul secondo conflitto del Novecento a quelli che hanno come riferimento il Medio Oriente attuale. Non a caso, Edwards ricorda che, durante i sopralluoghi, un riferimento fondamentale sono state fotografie del Vietnam, della seconda guerra mondiale e della guerra del Golfo.
Rogue One sarà disponibile in dvd e blu ray da mercoledì 12 aprile 2017 in edizione singola, in cofanetto e anche nella versione 3D.