Roman Polanski, la filmografia: un viaggio nell'angoscia e nel surreale

Roman Polanski è uno dei più celebri autori polacchi ed europei: il regista fu però anche decisivo nello sviluppo del cinema americano, e fu tormentato da sfortunate vicende e colpe personali

Il 2018 vede il ritorno nelle sale dell'ottantacinquenne regista polacco Roman Polanski con Quello che non so di lei, scritto dal regista a quattro mani con Oliver Assayas, interpretato da Samantha Geiner e Eva Green e presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes 2017. L'importanza del cinema di Roman Polanski è risaputa; fu tra i maggiori protagonisti del cinema moderno europeo degli anni sessanta, e, sbarcato a Hollywood, collaborò in maniera decisiva al rinnovamento di almeno due generi cinematografici; l'horror con Rosemary's Baby (1968) e il noir con Chinatown (1974), due dei capolavori del cinema statunitense (e non solo) del periodo. Il cinema di Roman Polanski, nelle sue varie declinazioni, gioca molto sull'angoscia, sulla paranoia, sulla claustrofobia - interiore ed esteriore - e sull'ossessione, lette talvolta in maniera più o meno vagamente surreale, talvolta in maniera più violenta e cupa e talvolta con un acceso senso del grottesco beffardo.

Roman Polanski, film degli esordi

Polanski esordisce nel 1962 con il Coltello nell'acqua, a cui segue Repulsione (1965), macabro e allucinato viaggio nella psiche di una donna paranoica e angosciata, che gradualmente diventa incapace di capire la realtà. Un film duro e visionario, ricco di momenti di grande regia e che gioca molto con gli spazi, resi quasi irreali, dell'appartamento in cui la vicenda è ambientata; il lavoro espressionista sugli spazi e sulle ambientazioni, che diventano grancassa delle paranoie dei personaggi, sarà una costante del cinema del nostro. Altrettanto angoscioso e crudele nel profondo, ma più baffardo e surreale nell'immediato, sarà nel 1966 Cul De Sac, film che conferma ancora una volta il talento di Polanski e che è divantato un modo di dire.

Nel 1967 è il turno di un film più "leggero"; Per favore non mordermi sul collo, divertente parodia yddish di Dracula e dei racconti di vampiri, in cui Polanski inaugura la sua carriera d'attore e in cui appare Sharon Tate, la quale diventerà presto sua moglie.

Roman Polanski, filmografia da Rosemary's Baby a L'inquilino del terzo piano

Roman Polanski è così pronto per lo sbarco negli States. Lo fa realizzando Rosemary's Baby, uno dei film che definirono i canoni del cinema horror moderno. In scena, ancora volta la discesa nella paranoia assoluta di una protagonista femminile (Mia Farrow), resa con inquietante ambiguità a causa della quale non si capisce mai davvero se effettivamente esiste il complotto paranormale e satanista o se assistiamo alle reazioni di una psiche in disfacimento. Decisivo è ancora una volta il lavoro sugli interni e sulle ambientazioni dell'appartamento.

L'8 agosto 1969, decisiva parentesi biografica, sua moglie Sharon Tate, all'ottavo mese di gravidanza, è tra le vittime della strage compiuta da Charles Manson. Uno dei motivi della scelta di uccidere la Tate fu proprio quello di punire Polanski per aver realizzato Rosemary's Baby. A livello cinematografico, il regista reagì realizzando nel 1971 una lettura violentissima e disturbante di Macbeth, nel quale la figura di Lady Macbeth richiama sotto più di un aspetto quello della moglie scomparsa.

Nel 1972 il regista è protagonista di una parentesi italiana con il grottesco Che?, un film abbastanza dimenticabile, ma nel 1974 torna ad altissimi livelli con Chinatown, torvo, cupo e pessimista noir urbano che capovolge la figura classica del detective privato, non più tutto d'un pezzo e capace di leggere con profondità e acume la realtà indagata, ma al contrario completamente incapace di capire e anzi involontaria pedina di chi vuole combattere.

Due anni dopo è il turno di un altro film tra i più conosciuti suoi; L'inquilino del terzo piano - dove, fra l'altro, Polanski è l'attore protagonista -, trionfo del surreale e del grottesco inquietante e paranoico, ancora una volta realizzato in un appartamento i cui spazi seguono le coordinate del crollo psicologico del personaggio.

Polanski, filmografia degli anni ottanta e novanta

Tra il 1979 e il 1988 diminuisce, anche a causa dell'accusa di violenza sessuale ai danni di una minorenne che lo colpì nel 1977, l'attività e realizza solo tre film; il melodramma Tess (1979), l'allegro e sottovalutato Pirati (1986) e il celebre thriller urbano che guarda a Hitchcock Frantic (1988).

Gli anni novanta vedono invece il ritorno alle tematiche dell'angoscia, della crudeltà come elemento insito nell'individuo e dell'ossessione con Luna di fiele (1992), dove l'ossessione è legata al desiderio di vendetta, e il torbido La morte e la fanciulla (1994). La nona porta (1999) è invece una non più che discreta ripresa del cinema horror a tematica demoniaca di Rosemary's Baby.

Roman Polanski, filmografia del nuovo secolo

Nella filmografia di Roman Polanski del nuovo secolo, il film più celebre è probabilmente Il pianista (2002), film che rilegge l'infanzia del regista e la persecuzione nazista degli ebrei polacchi. Merita però, dopo l'elegante e scolastico Oliver Twist (2005), anche il thriller politico L'Uomo nell'ombra (2010), dove la paranoia tipica della poetica del regista assume toni dichiaratamente politici, venendo resa con un talento registico non così frequente in questo tipo di film "complottisti".

Il satirico e cattivo Carnage (2011) e il raffinatamante torbido Venere in pelliccia (2013) sono invece due "giochi al massacro" che avvengono all'interno di quattro mura; di un elegante appartamento nel primo caso, di un teatro parigino nel secondo.

Polanski, regista e attore

Roman Polanski ha lavorato spesso anche come attore; in Italia recitò per Tornatore nel 1992 in Una pura formalità e nel 2006 per Antonello Grimladi in Caos calmo. Nel frattempo, la vicenda dell'accusa di violenza sessuale ha accompagnato Polanski fino ad oggi, tra arresti, richieste d'estradizione non accolte, polemiche e appelli vari. Quentin Tarantino racconterà, anche se non come vicenda principale, il massacro di cui fu vittima Sharon Tate nel suo prossimo film; Once upon time in Hollywood

Fonte foto https://www.facebook.com/thehorrorreturns/