Roman Polanski e Woody Allen, i due maestri censurati negli Stati Uniti

"L'ufficiale e la spia" è nelle sale italiane dal 21 novembre, "Un giorno di pioggia a New York" dal 28: eppure, oltreoceano non sono mai arrivati al cinema

Roman Polanski e Woody Allen, due maestri assoluti del cinema libero e senza compromessi. Eppure, per uno strano gioco del destino, entrambi censurati negli Stati Uniti nello stesso momento in cui i loro due ultimi film, L'ufficiale e la spia e Un giorno di pioggia a New York, stanno ottenendo un forte riscontro di pubblico in Italia. Il motivo della "radiazione" dalle sale americane è noto: i movimenti contro le molestie nel mondo dello spettacolo e del lavoro hanno puntato il dito contro di loro. 

Roman Polanski, ultimo film censurato negli Usa

Polanski, 86 anni e reo confesso, è stato condannato nel 1977 per violenza sessuale su minore negli Usa, paese nel quale non può tuttora rientrare. Nelle scorse settimane, 44 anni dopo i fatti, la fotografa e modella Valentine Monnier ha accusato il regista di averla stuprata "con estrema violenza" nel 1975. All'epoca dei fatti la Monnier era appena 18enne. 

Le distribuzioni americane hanno categoricamente rifiutato ogni incontro con i sales agent francesi di Playtime (la società che cura le vendite internazionali) al Marché del Festival di Cannes. Come rivelato da The Hollywood Reporter, alla Croisette è stata organizzata una proiezione di mercato "segreta". "Non è possibile distribuire un film così negli Stati Uniti in questo momento", ha ammesso un distributore. 

Howard Cohen, boss di Roadside Attractions, ha dichiarato in merito a Vanity Fair:

Penso che almeno dovremmo prendere in considerazione un film così, anche se non sono neanche sicuro dei miei sentimenti personali in merito. I film di Polanski escono al cinema da anni. Ora, guardiamo quest'ultimo attraverso una lente diversa, e a ben vedere. Dobbiamo capire nel nostro intimo se è la cosa giusta da fare. Cosa significa far uscire questo film? Non credo che sia una questione risolta anche nella mia mente.

L'ufficiale e la spia (il titolo originale è il significativo J'accuse), uscito in Francia il 13 novembre, è stato contestato da diversi gruppi di donne, che hanno sfilato in corteo bloccando le anteprime e urlando slogan come "Nessun onore per lo stupratore". In Italia, dove è al cinema dal 21 novembre con 01 Distribution (Rai Cinema co-produce con Eliseo Cinema di Luca Barbareschi), ha già incassato 1 milione 566mila euro, portando nelle sale 249mila 525 spettatori (dati Cinetel).

Woody Allen, Un giorno di pioggia a New York esce solo in Europa

Allen, a differenza di Polanski, è un'autentica vittima del #MeToo, che negli States l'ha esposto ad un linciaggio pubblico fin quasi a negare lo stato di diritto. L'inchiesta che lo ha travolto (è stato accusato di aver molestato la figlia adottiva Dylan Farrow nel 1992, quando aveva appena 7 anni) non ha portato a nulla: la polizia, l'ospedale di Yale-New Haven e i servizi sociali infantili dello Stato di New York hanno archiviato da tempo le indagini sul suo conto e non c'è mai stata autorizzazione a procedere nei suoi confronti.

Così Un giorno di pioggia a New York, pronto dal 2018, è rimasto fermo in questo limbo per più di un anno e negli Usa nessun distributore se l'è sentita di farlo uscire. Il regista, da innocente, si è visto bloccare la distribuzione del film (dal 28 novembre in Italia grazie a Lucky Red), ha ingaggiato una battaglia legale con Amazon (ha fatto causa per 68 milioni di dollari dopo che il colosso dello streaming ha chiuso arbitrariamente il contratto multiprogetto siglato con l'artista tre anni fa) e ha incassato il rifiuto di vari editori per la pubblicazione della sua autobiografia.

La mancata distribuzione nelle sale americane "significa morte certa, pubblicamente parlando", ha dichiarato a Variety un noto distributore, che ha scelto di restare anonimo. Non solo: Allen è stato scaricato dai suoi stessi attori. Timothée Chalamet, Rebecca Hall e Griffin Newman hanno annunciato che non lavoreranno mai più con lui in futuro. L'unica ad averlo difeso è stata Cherry Jones: intervistata dal Guardian, l'attrice ha dichiarato di essersi documentata attentamente sui reati che sono stati contestati al regista e di essere giunta ad una conclusione certa. 

Nel profondo del mio cuore, non credo che sia colpevole di queste accuse. Non conosco la verità, ma so che se condanniamo per istinto, la democrazia ha preso una brutta china.

Oltre che in Italia, Un giorno di pioggia a New York è arrivato in Francia e in Germania con Contracorriente Films e Filmwelt/NF. Archiviata la causa con Amazon (anche se i termini legali non sono stati resi noti), Allen sta già lavorando al suo prossimo film, il 51esimo della sua lunga carriera: si chiamerà Rivkin's Festival (il titolo è provvisorio), è stato girato a San Sebastián in Spagna e sarà una commedia romantica su una coppia americana di sposi (interpretata da Christoph Waltz e Gina Gershon) che arriva al Festival e si ritrova divisa sotto i cieli tersi della città basca. Nella speranza che Time's Up e tutti i movimenti affini rivedano i loro verdetti: Woody Allen non è colpevole. 

Fonte foto copertina: 01 Distribution
Fonte foto: Lucky Red