Cos'ha detto Sabrina Ferilli sull'Oscar a La zona d'interesse e perché fa discutere

Dopo le dichiarazioni di Massimo Ceccherini, è l'attrice romana a far sollevare un'alzata di scudi: manca solo l'accusa di antisemitismo

Dopo le dichiarazioni di Massimo Ceccherini sugli "ebrei che vincono sempre", è Sabrina Ferilli a far discutere per le parole sulla vittoria di La zona d'interesse come miglior film internazionale agli Oscar 2024. Commentando il testa a testa con Io capitano di Matteo Garrone poche ore prima della cerimonia di premiazione, l'attrice scrive sui social: "Se dovesse vincere La zona d'interesse, so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io capitano". Apriti cielo.

Sabrina Ferilli: Oscar a La zona d'interesse, so io perché

Il primo a scatenarsi è David Parenzo. Raggiunto dall'Adnkronos, il giornalista di La7 dichiara che "ormai l'odio contro Israele è diventato odio antiebraico e quindi anche 'l'ultimo attore del bigoncio' si sente autorizzato a dire qualunque fregnaccia". Il riferimento è a Massimo Ceccherini, mentre di Sabrina Ferilli dice che "insinua il dubbio" e quindi è chiamata a un chiarimento perché La zona d'interesse "ha vinto perché è un grande film".

La Ferilli la conosco e mi sta anche simpatica, spero che chiarisca al più presto quello che voleva dire perché non va bene seminare il dubbio. Mi auguro che lo faccia al più presto. Diciamolo chiaramente: La zona d'interesse ha vinto perché è un grande film, lo dice anche il pubblico.

Ancora più duro è Massimo Gramellini. Nella rubrica quotidiana del caffè che cura sul Corriere della Sera, il giornalista si lamenta perché Ferilli è "una che sembrava allergica ai luoghi comuni" e invece sostiene che La zona d'interesse "parla della Shoah e a Hollywood la lobby ebraica la fa da padrona".

I pregiudizi sono così prevedibili. Immagino ne abbia messo al corrente il suo collega Roberto Benigni, che vinse l'Oscar nel 1999 con La vita è bella e già all'epoca gli addetti ai livori lasciarono intendere che ambientare la storia in un campo di concentramento era stata una furbata per sedurre la famosa lobby. Certo, vedere un film prima di giudicarlo in certi casi aiuta. Si scoprirebbe che La zona d'interesse non è un film sugli ebrei, come sostiene l'arguto Ceccherini, ma su una famiglia che vive a ridosso di un lager senza curarsene. Racconta la miopia del nostro sguardo.

La zona d'interesse, Oscar al centro del dibattito

Convinta della sua posizione, Ferilli risponde per le rime a Parenzo e in particolare a Gramellini con una storia al veleno su Instagram. L'attrice pubblica l'editoriale del critico Paolo Mereghetti in commento agli Oscar 2024, apparso sempre sulle pagine del Corriere.

Dispiace per Garrone perché il film di Glazer, La zona d'interesse, che ha vinto due Oscar (film internazionale e sonoro) era più furbo che davvero bello, tutto costruito sulla 'banalità' piuttosto che sul 'male' e molto abile a sfruttare il senso di colpa dello spettatore occidentale di fronte a una tragedia che il film si preoccupava di rendere 'rarefatta' ed 'elegante' senza davvero farci i conti. E senza quello sguardo morale che invece Garrone aveva cercato con Io capitano e che Christopher Nolan non ha mai dimenticato nel suo capolavoro.

Il commento di Ferilli è un siluro a Gramellini: "Il caffè domani qualcuno lo può dedicare al suo collega...".