Si muore tutti democristiani, finalmente non i soliti youtuber al cinema

Il passaggio da Youtube al cinema è un trapasso (figurato) sempre molto difficile. I ragazzi de Il terzo segreto di satira avranno passato indenni la prova con il loro primo film, Si muore tutti democristiani?

Il terzo segreto di satira è un collettivo di videomaker nato nel 2011 ad opera di Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e Davide Rossi. I cinque si conoscono a Milano per via della frequentazione della Scuola Civica di cinema della citta meneghina. Nel maggio del 2011 viene caricato un video sulla piattaforma Youtube dal titolo Il favoloso mondo di Pisapie, cortometraggio satirico realizzato in concomitanza delle elezioni comunali. Il video, in brevissimo tempo, diventa virale e porta il collettivo alla notorietà nazionale, anche per via delle citazioni sui media tradizionali come i quotidiani e le trasmissioni televisive. Il gruppo, ad oggi, conta 12.000.000 di visualizzazioni divise su circa una quarantina di video prodotti per Youtube e un numero di iscritti di oltre 70.000 unità. Numeri importanti (ma non eccezionali rispetto ad altre megastar della piattaforma proprietaria di Google) che hanno permesso a Il terzo segreto di satira di stipulare collaborazioni con noti programmi televisivi come Ballarò, Report e Piazzapulita.

Si muore tutti democristiani: una sceneggiatura scritta a sei mani

Nel 2018 arriva la grande chance di realizzare un lungometraggio per il cinema. Come è andata? La sceneggiatura di Si muore tutti democriatiani è stata scritta a sei mani, dai cinque ragazzi del collettivo coadiuvati dalla espertissima penna di Ugo Chiti. Chiti, classe 1943, è uno sceneggiatore (Gomorra, tra gli altri) drammaturgo, regista e scenografo con una lunghissima e importante carriera, un aiuto quindi da non da poco per i cinque. La scelta si rivela essere piuttosto azzeccata, perché la sceneggiatura del film soffre solo in minimissima parte di quella spezzattatura narrativa che di solito si nota negli autori che, per tanti anni, hanno lavorato esclusivamente su contenuti video di basso minutaggio. Il primo pregio del film è, infatti, quello di apparire senza ombra di dubbio come, per l'appunto, un film e non una sequenza di sketch incollati con lo sputo.

Si muore tutti democristiani: la trama

La storia di Si muore tutti democristiani racconta di Stefano, Fabrizio ed Enrico, tre amici di lunga data che condividono gli stessi ideali politici e sociali, riassumibili nel contenitore della sinistra italiana. I tre ragazzi gestiscono una piccolissima casa di produzione video (impossibile non cogliere il palese spunto autobiografico) con la speranza di realizzare qualcosa di importante, come realizzare reportage e documentari di alto livello e a tema sociale. La realtà, purtroppo per loro, è ben diversa: per arrivare a fine mese è necessario accettare di tutto, dai filmini ai matrimoni a compromissori spot pubblicitari, pur cerando di mantenere una certa coerenza politca, fondamentale per i protagonisti. Ad un certo punto, però, sembra arrivare l'agognata e sudata svolta: un'offerta per un lavoro parecchio renumerativo dal punto di vista economico. Sorge subito un problema, che poi è il vero spunto narrativo e ideologico della pellicola: il committente non è propriamente uno stinco di santo e il lavoro proposto ai tre ragazzi cozza decisamente con i loro valori morali. Prevvarà la coerenza o il bisogno di mettere in sesto il conto in banca?

Si muore tutti democristiani, un film tutto giocato su un dilemma morale

Il film si muove sul rapporto dialettico tra profitto e coerenza. Inevitabilmente questo snodo narrativo ed etico mina i rapporti tra i tre ragazzi e pone le basi per la narrazione filmica. In questo senso, il primo film de Il terzo segreto di satira assume la foggia di un film generazionale che parla sopratutto a quel pubblico de sinistra cresciuto con determinati ideali, germinati tra i banchi dei licei, proseguito nei cortei per strada, passando per il drammatico ed epocale spartiacque del G8 di Genova. Questa pellicola cerca di raccontare la vita di tanti ragazzi, avvolti nella malinconica parabola del più classico si nasce incendiari e si muore pompieri. La rivoluzione è il sogno di una vita, gli ideali, la coerenza e l'etica personale i cardini fissi da sempre, ma un bel giorno le bollette da pagare e la rata della macchina ti gettano sul capo e sulla schiena una secchiata di acqua e ghiaccio che non ti aspettavi mai di ricevere.

In questo scenario, il tema del compromesso (sociale, politico, lavorativo, quotidiano) diventa un po' il tema cardine del film. Sullo sfondo, un'Italia che vive delle stesse contraddizioni che riempiono la vita dei tre protagonisti, un'Italia intollerante e chiusa ma anche un'Italia che accoglie, capisce, accetta e cambia. Potremmo definire Si muore tutti democristiani anche un film di formazione, dove non ci sono i teenagers alla prese con il passaggio all'età adulta, ma personaggi grandicelli, uomini fatti e finiti, che debbono rivedere, giocoforza, le proprie convinzioni un tempo marmoree.

Nel cast di Si muore tutti democristiani ci sono Mandelli e la Lodovini

Oltre al trio di interpreti provenienti dal gruppo de Il segreto di satira, il film ha nel cast volti noti del cinema italiano. L'immorale di turno porta il nome di Francesco Mandelli, poi troviamo Valentina Lodovini che come ha dichiarato, ha accettato il ruolo in qualità di fan dei ragazzi de Il terzo segreto di satira, infine si aggiunge un'altra attrice "vera", ovvero Martina De Santis, già vista in Non uccidere.

In tutto questo, il film funziona? Sì, il film funziona, perché Belfiore, Bonacina, Fadenti, Mazzarella e Rossi il cimema lo hanno studiato, lo amano profondamente e ciò traspare in modo piuttosto autentico. Gli autori (e attori) del film dimostrano anche di saper introiettare nel tessuto del lungometraggio l'esperienza da corto per il web, inserendo piccole scene di vita quotidiana, al bar, all'ospedale e così via che mantengono quella freschezza del contenuto breve, inserito però con sufficiente coerenza e organicità in una contesto di 89 minuti di respiro.

L'amore non è solo per il cinema in sè, palese, ma anche per quei personaggi così autoreferenziali ed autobiografici, dei loosers un po' malinconici, un po' sfigati ma anche grandi sognatori, idealisti e, in fondo, le classiche brave persone che tutti vorremmo avere come vicini di casa. Difetti ce ne sono, certo, come la sensazione che la riflessione, seppur parecchio interessante, resti un po' in superficie e ritagliata in un contenitore da film per tutti, ma in generale, per fortuna, possiamo affermare senza ombra di dubbio che i ragazzi de Il terzo segreto di satira non sono di certo i soliti youtuber al cinema. Sospiro di sollievo e complimenti.

Voto 6,5