Sin City di Robert Rodriguez: una città malata tra cinema e fumetto

Sin City di Robert Rodriguez è un film che esplicita anche a livello visivo lo stretto rapporto tra cinema e fumetto

Sin City (2005) di Robert Rodriguez e Frank Miller è uno dei film culto degli anni zero, ed è il film che ha confermato lo stretto rapporto che corre tra cinema e fumetto, qui evidente anche a livello visivo e stilistico. è tratto infatti dagli omonimi albi a fumetti realizzati nel 1991 dallo stesso Miller, uno dei più importanti fumettisti dell'epoca contemporanea (tra le sue opere 300 e Batman - Il cavaliere Oscuro). Il film è composto da tre episodi in qualche modo collegati tra loro; Un duro addio, Quel bastardo giallo e Un'abbuffata di morte. In quest'ultimo c'è anche una sequenza diretta da Quentin Tarantino. Il cast è ricco di grandi nomi: Bruce Willis, Jessica Alba, Mickey Rourke, Benicio Del Toro e Elijah Wood. Sin City andrà in onda il 17 gennaio alle ore 21 su Spike Tv.

Sin City: cinema e fumetto

L'obiettivo che è alla base di Sin City è quello di restituire il più possibile le atmosfere e le grafiche del fumetto. Il bianco e nero stilizzato e barocco, interrotto da squarci di colore come nel caso degli schizzi di sangue, sembra uscito dagli albi del fumettista, e i personaggi sembrano muoversi su sfondi e atmosfere disegnate. C'è quindi l'unione tra il movimento tipico del cinema e la stasi che caratterizza invece la grafica del fumetto.

Per realizzare il film infatti fu fatto ampio uso dello "green screen", lo sfondo verde davanti a cui gli attori recitano e sul quale vengono aggiunte le scenografie in un secondo momento. Il rapporto tra le due arti è vecchio come il cinema, ma probabilmente il film di Rodriguez è il primo che lo rende esplicito in maniera così evidente anche a livello puramente visivo.

Le tematiche

Sin City è una città, appunto, malata; un inferno in cui dominano corruzione, violenza, malcostume e degrado, che non risparmiano neanche i personaggi positivi, che in qualche modo devono scendere a patti. I tre episodi sono tre violenti noir quasi post-apocalittici, che rileggono la tradizione del genere in maniera post-moderna e unendo la giocosità e l'ironia tipiche del cinema di Rodriguez con un sottofondo più cupo e pessimista.

La trama

In Quel bastardo giallo il detective John Hartigan (Bruce Willis) salva la piccola Nancy, rapita da un serial killer pedofilo, nonostante le coperture che difendono quest'ultimo. Riuscirà ma verrà incastrato.

In Un duro addio, Mark (Mikey Rourke) vuole vendicare la morte di Goldie, l'unica donna da lui davvero amata. Scopre che è stata uccisa da Kevin (Elijah Wood), un feroce e psicopatico serial killer e membro della potente famiglia Roark, che controlla la città fino al suo angolo più profondo.

In Un'abbuffata di morte il detective Dwight (Clive Owen) causa il conflitto tra poliziotti e prostitute, e cerca di porre rimedio sconfiggendo i cattivi, capitanati dal poliziotto Mikey (Benicio Del Toro). Qui c'è la sequenza della corsa in auto diretta da Quentin Tarantino.

Fonte immagine di copertina: facebook.com/CitazioniFilm84