Cosa rivela Sylvester Stallone nella sua docu-biografia Sly

È su Netflix il documentario che racconta il passato (spesso doloroso e problematico) dell'attore

L'uomo che combatte, prima ancora dell'attore che interpreta il pugile più famoso della storia del cinema. È il ritratto di Sylvester Stallone che emerge da Sly, la docu-biografia disponibile in streaming su Netflix dal 3 novembre. Tra filmati inediti, foto dall'archivio di famiglia e interviste ad amici e ammiratori come Arnold Schwarzenegger, Talia Shire, Henry Winkler, John Herzfeld e Quentin Tarantino, il film scava in profondità nell'intimo del divo, facendone uscire traumi, cicatrici e rimpianti.

Sly: Stallone chiude il cerchio della sua vita

Dai 96 minuti della visione di Sly si scopre che Stallone ha sofferto molto la mancanza dell'affetto in famiglia, sia da parte di sua madre Jackie (eccentrica astrologa, ballerina e promoter di incontri di wrestling) che di suo padre Frank, barbiere immigrato da Gioia del Colle nella turbolenta Hell's Kitchen.

Sono stato cresciuto da un padre molto aggressivo, non ero estraneo al dolore, ma il mio credo era 'non mi spezzerò'.

È proprio durante l'adolescenza che Sylvester Stallone si innamora del cinema. Si rifugia nelle piccole sale di Manhattan e si immerge nelle storie che scorrevano sullo schermo. Il suo attore preferito è Steve Reeves, il culturista tutto muscoli che a soli 23 anni è già Mister Universo e indimenticato interprete di Ercole e Maciste, mito della filmografia epica degli anni Cinquanta e Settanta.

Passavo tempo infinito nelle sale, avevo il culto dell'eroe che salva le persone, quelli erano gli ideali, il trionfo sul male. 

Prima di raggiungere il successo con Rocky, Sly recita nel cult movie Happy Days - La banda dei fiori di pesco (uno dei film del cuore di Tarantino) e scrive altre 15-16 sceneggiature che non sono mai state prodotte. 

Sylvester Stallone, Netflix lancia il doc-biopic Sly

Scrivere è il suo modo per dimenticare una vita difficile in una famiglia proletaria di New York. I temi chiave del documentario diretto da Thom Zimny sono proprio la speranza e il riscatto. Quando si inventa lo "stallone italiano", in fondo vuole che suo padre sia come Balboa.

Arrivato a 77 anni dopo mezzo secolo di carriera a Hollywood, oggi Stallone è soprattutto il padre amorevole delle sue tre figlie Sophia, Sistine e Scarlet, nate dal matrimonio con la terza moglie Jennifer Flavin. Con loro si gode la vita nella sua sontuosa villa di Malibu piena di cimeli ed è protagonista di The Family Stallone, show stile Al passo con i Kardashian diventato il reality più visto di sempre su Paramount+.