Dubutta oggi al cinema Smetto quando voglio - Masterclass, diretto da Sydney Sibilia: scopriamo qualche curiosità sulla pellicola.
Esce oggi nelle sale cinematografiche Smetto quando voglio - Masterclass, l'atteso sequel del film di Sydney Sibilia con protagonisti Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Marco Bonini, Valeria Solarino, Giampaolo Morelli, Luigi Lo Cascio, Greta Scarano, Rosario Lisma.
Il film, semplicemente conosciuto anche come Smetto quando voglio 2, seguirà le nuove avventure della banda che già tre anni conquistò pubblico e critica. Ecco 5 curiosità sul film.
2 scene difficili
In una intervista pubblicata su Il Giornale, Matteo Rovere ha raccontato che per girare la scena del treno (che dura circa 7 minuti) ci sono volute ben due settimane e decine di tecnici e stuntmen. Inoltre, per girare un'altra sequenza in cui si vede cappottare un'automobile, hanno costruito un rotatore che esiste solo nel Nord Europa!
2 film in 1 solo
Per ottimizzare i costi di produzione, il regista ha pensato di girare in una volta sola anche Smetto quando voglio 3, il terzo capitolo della saga: il titolo sarà Smetto quando voglio Ad Honorem e l'uscita è prevista per l'autunno.
Un fumetto dal film
Già da lunedì 30 gennaio, in vendita abbinata alla Gazzetta dello sport, è possibile acquistare a 2,50 il fumetto ispirato proprio al film. Scritto da Roberto Recchioni, ovvero l'attuale curatore del mitico fumetto di Dylan Dog, e disegnato da Giacomo Bevilacqua, è composto da 40 pagine.
Cambio nella sceneggiatura
Se il primo film della saga era stato scritto dal regista Sydney Sibilia insieme a Valerio Attanasio, questa volta c'è stato un cambio di squadra: insieme a Sibilia hanno scritto il film Francesca Manieri e Luigi Di Capua.
Immedesimazione nello spettatore
Il regista del film, Sydney Sibilia, ha dichiarato che il suo modo di avvicinarsi al progetto è stato quello di immedesimarmi nello spettatore che "da circa 15 anni non è rappresentato al cinema". Questo perché secondo Sibilia un certo tipo di pubblico non va più al cinema ed è bene, ha dichiarato, che il cinema italiano sforni pellicole come Lo chiamavano Jeeg Robot, outsider cinematografico dello scorso anno.