Sorrentino contrario alla scelta di Fuocoammare per l'Oscar: ecco perché...

Il regista al Messaggero ha contestato il fatto che non sia stato inserito tra i documentari, lasciando quel posto ad un altro film italiano

"Fuocoammare è un bellissimo film ma avrebbe dovuto essere candidato nella categoria dei documentari, dove avrebbe avuto grandi chances di vittoria, mentre tra i film di finzione avremmo potuto candidare "Indivisibili" di Edoardo De Angelis", così saremmo andati all'Oscar con due titoli forti. Invece, ora rischiamo di depotenziare il cinema italiano". Così Paolo Sorrentino al Messaggero, sulla scelta della Commissione preposta di candidare Fuocoammare di Gianfranco Rosi, il film che racconta gli sbarchi di Lampedusa.
 
Fuocoammare dovrà superare un'altra selezione, l'ultima, il prossimo 24 gennaio: solo allora si saprà se il film di Rosi entrerà nella shortlist dei migliori film stranieri che lotteranno per la statuetta la notte degli Oscar. Il docu-film ha battuto altri forti candidati: "Indivisibili", il nuovo film di Edoardo De Angelis nelle sale il 29 settembre, e ancora "Perfetti sconosciuti", "Lo chiamavano Jeeg Robot", "Gli ultimi saranno ultimi", "Pericle il Nero", "Suburra". Paolo Sorrentino faceva parte della Commissione che ha scelto il film, insieme a Nicola Borrelli (direttore generale cinema del Ministero per i Beni e le attività culturali), Tilde Corsi (produttrice), Osvaldo De Santis (distributore), Piera Detassis (giornalista), Enrico Magrelli (giornalista), Francesco Melzi D'Eril (distributore), Roberto Sessa (produttore), Sandro Veronesi (scrittore)

Una candidatura comunque applaudita da tutti, anche dal ministro Dario Franceschini che di Fuocoammare ha detto: " E' un film che affronta con crudezza e poesia un tema universale".

Questa è la trama di Fuocoammare: Samuele ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.