Oscar 2019, Spike Lee contro il premio a 'Green Book': "L'arbitro ha fatto una brutta chiamata"

'Green Book' di Peter Farrelly ha vinto l'Oscar 2019 per il miglior film, ma la scelta dell'Academy non è andata giù a Spike Lee: ecco perché

Green Book di Peter Farrelly ha vinto l'Oscar 2019 per il miglior film, ma la scelta dell'Academy non è andata giù a Spike Lee. Il regista, vincitore del premio per la migliore sceneggiatura non originale per BlacKkKlansman, ha rilasciato dichiarazioni furibonde sul film con Viggo Mortensen e Mahershala Ali. Non solo: Pete Hammond, inviato di Deadline al Dolby Theatre, ha raccontato che Lee, al momento dell'annuncio del miglior film, si è alzato e si è diretto in fondo all'auditorium in preda alla collera. Dopo un breve colloquio con Jordan Peele, anche lui contrario a questa scelta, ha voltato le spalle al palco durante il discorso di ringraziamento di Jim Burke e Peter Farrelly.

Spike Lee, Oscar 2019 a Green Book indigesto

Muoveva le mani con disgusto e apparentemente ha provato a uscire dal Dolby Theatre prima di essere fermato alle porte. Poi è tornato al suo posto quando i discorsi di ringraziamento sono finiti”, ha aggiunto un reporter dell'Associated Press

Durante la conferenza post-premiazione, Lee ha spiegato con una battuta sibillina il proprio punto di vista. “Sono sfortunato. Ogni volta che c'è qualcuno che guida, io perdo”, ha detto in riferimento all'Oscar mancato da Fa' la cosa giusta nel 1990, quando vinse A spasso con Daisy

Il regista, appassionato di basket e tifoso dei New York Knicks, ha usato una metafora sportiva per manifestare il proprio disappunto: “Pensavo di essere a bordo campo al Madison Square Garden e che l'arbitro avesse chiamato un fallo sbagliato”.

Spike Lee: Green Book pieno di stereotipi

Green Book ha vinto agli Oscar 2019 perché è un classico film hollywoodiano politicamente corretto che parla di razzismo. Secondo Lee, ha il grave difetto di essere diretto da un bianco e di raccontare la cultura afro-americana attraverso una serie di stereotipi

Le controversie sul film di Peter Farrelly sono state numerose, dalle posizioni politiche ambigue dello sceneggiatore Nick Vallelonga (figlio del protagonista Tony Lip) alle critiche mosse dalla famiglia di Don Shirley, che ha definito la rappresentazione del pianista fatta dal biopic “una sinfonia di bugie”. 

Se gli anti-razzisti non riescono ad andare d'accordo fra di loro, ci ha comunque pensato Lee a scuotere il pubblico liberal con il suo discorso di ringraziamento anti-Trump, disponibile su YouTube. “Le elezioni 2020 sono dietro l'angolo, ricordiamocelo: possiamo fare una scelta di amore e non di odio”, ha detto. Poi ha ringraziato la nonna: “È stata una schiava. Rendo omaggio a lei e ai nostri antenati, grazie al loro sacrificio siamo qui, grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi”. 

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