Uno dei primi film italiani sulla mafia interpretato da Gian Maria Volonté
Alle 21 su Sky Classics va in onda A ciascuno il suo.
In Sicilia ammazzano un dongiovanni di paese. La polizia liquida la faccenda come un delitto passionale. Ma un professore, Paolo Laurana, scopre lo zampino della mafia e si confida con l'avvocato Rosello, cugino della moglie della vittima, e con Luisa, la vedova. La mafia però viene a sapere delle sue indagini...
A ciascuno il suo è un film del 1967 diretto da Elio Petri, liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia. Il film vinse il premio per la migliore sceneggiatura al 20º Festival di Cannes, e ha portato a casa quattro riconoscimenti ai Nastri d'argento 1968: regista del miglior film, migliore sceneggiatura, miglior attore protagonista (Gian Maria Volonté) e miglior attore non protagonista (Gabriele Ferzetti).
Questo film segna l'inizio del fortunato sodalizio artistico fra Elio Petri, Ugo Pirro e Gian Maria Volonté. Fu uno dei primi film italiani sulla mafia e il primo dei quattro film di Volonté tratti da opere di Sciascia. Avevo letto il libro di Sciascia A Ciascuno il suo. - spiegò Petri - La molla scattò di qui, perché in quelle pagine era descritto in modo lucidissimo il mondo politico meridionale, le forze e la posta in gioco, i rapporti Chiesa-DC. Anche il ruolo dell’intellettuale, frustrato, castrato. Mi interessava anche che l’assassino finisse per essere il vincitore, perché era all’interno della classe dirigente. Un’ottica nuova, in questo, per allora. Se ho usato molto lo zoom fu perché lo girai in fretta. Ma lo feci anche apposta perché volevo che nella Sicilia si individuasse un sud molto più vasto, senza confini, un sud che era quello di molti altri paesi. Il centro di interesse non era la mafia. Nel film ho anche cercato di proporre un’equivalenza tra immaturità umana o politica ed immaturità sessuale, un tema costante nei miei film.
Quando uscì nelle sale il film fu bloccato e subì un ritardo nella programmazione per l'immediato sequestro del suo manifesto. Petri commentò: Una scena normalissima, i due giovani sdraiati su un prato, lui le tiene un braccio sotto la nuca e tenta di baciarla e lei, vestitissima, si sottrae; nel movimento, si vedono un pochino le gambe. Tutto qui. Eppure sono stati rapidi come razzi in questa nostra Italia dove per far qualsiasi cosa ci vogliono secoli. È perlomeno sospetto.