Sully è l'uomo - o meglio l'eroe - che ha ispirato l'omonimo film con Tom Hanks: ecco cosa ha detto l'uomo al Torino Film Festival
Chesley "Sully" Sullenberger il 14 gennaio del 2009 riuscì in qualcosa di straordinario: atterrare nel fiume Hudson salvando tutti e 155 i passeggeri a bordo. Il Torino Film Festival gli rende omaggio all’indomani della proiezione di Sully, il nuovo film di Clint Eastwood con Tom Hanks.
"Insieme agli altri membri dell’equipaggio mi sono augurato, in seguito all'accaduto, che non fosse mai successo nulla, perché, anche se alla fine l’ammaraggio è riuscito, abbiamo vissuto un’esperienza traumatica. Subito dopo l’incidente, il mio copilota, Jeff, che poi è diventato un carissimo amico, mi ha confessato: voglio riavere la mia vita.
Ma poi, passati 5 giorni, proprio quando Obama è diventato presidente, ha cambiato idea e mi ha detto: adesso ho accettato quello che è accaduto, anzi, vorrei che fosse successo prima, perché avrebbe reso migliore il mio lavoro", ha raccontato in conferenza stampa.
"La mia prima preoccupazione è stata fin da subito che tutti riuscissero ad abbandonare quanto prima l’aereo. Ho fatto il comandante per 22 anni e la mia compagnia non esigeva, come molte altre, di avere un elenco passeggeri corrispondente al conteggio dei biglietti, ma io ho sempre chiesto agli assistenti di contare i passeggeri.
Mai avrei immaginato che un giorno questa accortezza si sarebbe rivelata fondamentale. Noi piloti non veniamo addestrati a uscire per ultimi dal velivolo, ma mi è sembrato doveroso farlo, avevo una precisa responsabilità nei confronti dei passeggeri. La sicurezza è molto importate per me, è l’obbligo primario di questo lavoro che ho sempre sentito come una vocazione".
"Il progetto è nato grazie ad Harrison Ford, che è un pilota e un grande appassionato di aviazione. Dopo aver letto il mio libro, ha suggerito al produttore Frank Marshall di trasformarlo in un film. Lui ne ha parlato ad Allyn Stewart, una produttrice, che ha acquistato i diritti del libro che è poi diventato una sceneggiatura.
Nel 2015 il copione è finito nelle mani di Clint Eastwood, che un giorno, ha bussato alla mia porta. Quando l’ho visto, non sembrava l’Ispettore Callaghan, ma aveva un’aria buona, adorabile e riflessiva. Abbiamo pranzato insieme e mi ha detto: mi sento qualificato per fare questo film, perché ho sperimentato un ammaraggio di emergenza sulle coste di San Francisco e so cosa significhi. Poi mi ha promesso che avrebbe rispetto la verità della storia".
"Clint mi ha chiamato ad alcuni giorni di distanza dal primo screening, dicendomi: dev’essere strano per te. In effetti, era quasi surreale rivedersi in un film, ma Sully mi è piaciuto. Sono davvero contento del lavoro di Tom, mi somiglia, è riuscito davvero a incarnarmi utilizzando le prodigiose e a me sconosciute tecniche del suo mestiere. Le mie emozioni di quel giorno le ho riviste tutte sul suo volto. Per me è stata quasi un’esperienza extracorporea".