The Girlfriend Experience, Riley Keough racconta la sua escort

La modella e attrice protagonista della serie tv che racconta la vita di Christine, di giorno studentessa di notte prostituta

Sua mamma è Lisa Marie Presley, figlia di Elvis e Priscilla. I suoi patrigni sono stati Michael Jackson e Nicolas Cage. Con una famiglia così non sorprende che la ventiseienne Riley Keough abbia scelto il mondo dello spettacolo. Modella (Miu Miu, Dolce e Gabbana, Christian Dior) e attrice (Magic Mike, Mad Max: Fury Road), Riley è la protagonista di The Girlfriend Experience, serie tv tratta dall’omonimo film del 2009 diretto da Steven Soderbergh (ora produttore del serial) e con protagonista la pornostar Sasha Grey. In televisione è trasmessa dall’11 aprile in esclusiva per l’Italia su Infinity.

The Girlfriend Experience racconta la storia di Christine Reade, studentessa del secondo anno alla Chicago-Burnham Law School che lavora come stagista presso lo studio legale Kirkland & Allen. Grazie ad un amico entra nel mondo delle escort e rimane subito attratta dal denaro facile e dalla possibilità di avere controllo sugli uomini. È molto intelligente, decisa ed egoista, una a cui piacciono sesso e soldi. - ha raccontato Riley a Vanity Fair - È anche manipolativa e a tratti può sembrare sociopatica, ma non credo sia giusto trarre giudizi: il senso della serie è proprio di lasciare lo spettatore libero di farsi un’idea, senza suggerire valutazioni morali. Spesso le prostitute sono donne che vengono da situazioni familiari difficili o che hanno subito traumi durante l’infanzia.- ha proseguito l'attrice - Qui l’approccio è completamente diverso: Christine fa la prostituta per scelta. Non è vittima di un passato difficile, al contrario è una che controlla la propria vita.

Sicuramente Christine è una protagonista atipica, come conferma la stessa Riley. Siamo abituati a vedere gli uomini così, sicuri di loro stessi e un po’ stronzi, mentre di solito le donne hanno più caratteristiche positive. Qui invece Christine ha comportamenti che non la rendono simpatica al pubblico, ma il bello è proprio questo. Alla fine credo sia molto più realistico così, nel senso che nella vita vera le donne sono più complicate di come sono spesso ritratte nei film, in modo un po’ stereotipato. Christine non è né totalmente buona né totalmente cattiva, ha entrambi gli aspetti».