The Happy Prince, Oscar Wilde secondo Rupert Everett

Il ritratto cupo ed infelice di Oscar Wilde negli ultimi mesi della sua vita per l'esordio alla regia di Rupert Everett.

Rupert Everett ha presentato The Happy Prince alla scorsa edizione del Festival di Berlino 2018, film che segna il suo esordio alla regia, nelle sale italiane a partire dal 12 Aprile. L’attore inglese ha voluto raccontare gli ultimi mesi della vita del celebre scrittore e poeta inglese Oscar Wilde, un personaggio a cui è particolarmente legato, pur non avendo mai avuto la possibilità di rendergli omaggio sul grande schermo, prima di questo progetto che ha voluto portare avanti a tutti i costi, contando sulle proprie forze e una sincera passione. "Oscar Wilde per me è sempre stato una fonte di ispirazione. Ricordo che, quando ero un giovane adulto a metà degli anni ’70 a Londra, essere omosessuali era diventato legale solo da poco, dal 1968. Quindi, noi tutti avevamo la sensazione di seguire le sue orme” ha dichiarato Everett durante la conferenza stampa di The Happy Prince a Roma. 

The Happy Prince: la trama del film

Everett infatti ha interpretato Oscar Wilde a teatro con lo spettacolo The Judas Kiss, ma la sua idea di un tributo all’autore de Il Ritratto di Dorian Grey e altri capolavori della letteratura inglese andava ben oltre. The Happy Prince riprende il titolo da una famosa favola che Wilde ha scritto per poi raccontarla spesso ai suoi figli e ai giovani fiammiferai parigini che incontriamo nel film. Ci invita a conoscere la parte più difficile della vita dell'autore, tra problemi economici, amicizie ambigue, malattia e dissolutezza. "Io devo amare ed essere amato. Qualunque sia il prezzo da pagare" recita Rupert Everett invecchiato e imbolsito nei panni di un uomo afflitto dall’esperienza e dal giudizio del mondo che, per anni, lo ha condannato per la sua omosessualità e la sua natura anticonvenzionale.

Prima di salutare la Terra egli si lascia andare a continue riflessioni sulla religione, l’esistenza, l’amore e altri temi universali legati all’identità umana. E il film prende la forma di un lungo testamento dal ritmo lento e i toni cupi che permettono alle ombre di guidare la scena, dall’inizio alla fine. 

The Happy Prince: la creatura di Rupert Everett 

“L'uomo è condannato dal principio e corre verso la rovina” è la battuta che potrebbe riassumere The Happy Prince, un biopic didascalico e debole, che convince quasi esclusivamente per la fotografia accurata di John Conroy. I personaggi viaggiano dalla nebbia del paesaggio inglese al sole di Napoli e della costiera amalfitana, seguendo il percorso di Oscar Wilde verso la rovina e la fine di tutto. "Trovo che quest’ultima parte della storia sia estremamente romantica, come lo è l’ultimo decennio dell’Ottocento. Amo la Belle Époque. Un periodo in cui Wilde, questo vagabondo della letteratura, insieme a Verlaine, due grandi geni, sono stati sottoposti a ostracismo dalla società, trasformati in relitti lungo i boulevard, che andavano a pietire, in cerca di qualcuno che gli offrisse qualcosa da bere”.

Everett sceglie di puntare tutto sulla desolazione e la solitudine, portando sul grande schermo una parabola della sofferenza che, dopo un po’, annoia e sconforta lo spettatore che non ha più alcuna curiosità di andare avanti. Al centro della scena sempre questa figura massiccia e trascurata, che si trascina da un bar ad una festa o in lunghe passeggiate, alimentando solo un inutile pietismo. Una visione forse più adatta ad un palcoscenico piuttosto che ad una storia per il grande schermo, come spesso accade per alcuni prodotti trascinati da un contenitore all'altro senza valutare bene le differenze. Il film sembra sottolineare un certo egocentrismo del protagonista e, per questo, risulta in gran parte pretenzioso e retorico. 

The Happy Prince: l'uomo Oscar Wilde 

La scelta di far comunicare i protagonisti in più lingue diverse senza un’ottima padronanza, distoglie l’attenzione sulla storia, rischiando spesso di rasentare il ridicolo. Everett si concentra, tuttavia, su un ritratto dell’ uomo dietro l’artista, puntando molto sulla sfera emotiva di Wilde e delle persone che hanno fatto parte della sua vita, non solo nell'ultima parte. L’amante Robbie Ross interpretato da Edwin Astley, Reggie Turner, scrittore e membro del suo circolo che ha il volto del bravissimo Colin Firth, e la moglie Constance (Emily Watson), innamorata ma consapevole della verità. Un cast ben scelto da Everett, che si è circondato di amici ma anche di veri professionisti, che risultano adatti ai rispettivi ruoli. Nonostante Everett sia molto espressivo e in connessione con Oscar Wilde in ogni gesto, ogni parola e ogni sguardo, The Happy Prince ci fa sentire la nostalgia dell'attore ironico che abbiamo conosciuto al fianco di Julia Roberts ne Il Matrimonio del Mio Migliore Amico, o nelle commedie Un Marito Ideale, Hysteria e Insieme per Caso. E l'estetica scelta per il suo personaggio non gioca a suo favore, riducendolo ad una caricatura imbolsita e affaticata di Oscar Wilde. 

Interessi amorosi, delusioni, problemi di salute e amicizie non sempre sincere, mettono alla prova un uomo fragile e amante del piacere. La solitudine è stata una compagna fedele per Oscar Wilde, anche quando era circondato da amanti improvvisati e compagni di bevute. Così lo presenta Rupert Everett nei suoi ultimi giorni che trascorrono in viaggio tra l’Italia, la Francia e l’Inghilterra, all’ombra di un’amara consapevolezza della fine ormai vicina. The Happy Prince è un dramma biografico ben fatto dal punto di vista della forma, e l'attore dietro la macchina da presa regala uno stile pulito e lineare, senza particolare ambizione. Però il contenuto e la struttura narrativa non convincono, e rendono questo film superfluo nel panorama cinematografico attuale.

Alla fine della proiezione resta l'amaro in bocca per aver scoperto un lato di un artista che, in fondo, è meglio ricordare nelle pagine emozionanti delle sue opere, lasciando da parte la sua vita privata. "Ho vissuto nella morsa del vizio e del piacere. Ho sbagliato e ho pagato" il mea culpa dell'artista raccontato in questo film che esce in Italia prima di ogni altro paese del mondo per una super anteprima, grazie a Vision Distribution che ha accettato la sfida puntando su Everett e il mito letterario che ancora oggi è ammirato da molti appassionati in tutto il mondo.

Voto: 6 

Fonte foto: facebook.com/pg/visionfilmdistribution