Rupert Everett ha raccontato il suo The happy prince, biopic dedicato alle ultime settimane di vita di Oscar Wilde presentato al 68° Festival del Cinema di Berlino
The happy prince è un biopic dedicato alle ultime settimane di vita di Oscar Wilde scritto, diretto ed interpretato da Rupert Everett, presentato il 18 febbraio 2018 fuori concorso al 68° Festival del Cinema di Berlino. Rupert Everett teneva enormemente a questo film e ha potuto realizzarlo dopo anni di disperata ricerca dei finanziamenti grazie proprio ad una produzione tedesca. Pur essendo ambientato a Parigi, The happy prince è inoltre ambientato in Germania, e più precisamente in Baviera. The happy prince racconta del crepuscolo della vita del grande scrittore, in una maniera che non risparmia il suo decadimento fisico né la sua decadenza sociale seguita dalla condanna, rappresentate anche con crudezza e realismo.
The happy prince, le dichiarazioni di Rupert Everett
In occasione della conferenza stampa di presentazione di The happy prince, Rupert Everett ha raccontato di come sia stato difficile trovare i fondi per il film, che ha "obbligato" il regista e interpreta a scrivere e interpretare un'opera teatrale nella quale potesse apparire efficace nel ruolo di Oscar Wilde
Ho deciso di cimentarmi con lo spettacolo teatrale perché non riuscivo a finanziare il film. Se fossi riuscito a convincere nel ruolo di Oscar Wilde avrei trovato i soldi. La pièce ha sbloccato qualcosa, quasi subito ho trovato i produttori per il mio film.
Il titolo rimanda ad uno dei racconti più celebri dello scrittore vittoriano, ed è presente nel film. La motivazione che però ha spinto Everett a sceglierlo come titolo è autobiografica
L'origine del titolo è legata ai miei ricordi d'infanzia. Quando avevo sei o sette anni mia madre mi leggeva la fiaba prima di dormire. Questo è stato il mio primo incontro con Oscar Wilde. Ricordo ancora come era vestita mia madre, sembrava quasi Jackie Kennedy con il mini vestito e gli orecchini. Era una donna poco convenzionale. Ma se devo scegliere la mia opera preferita di Wilde, dico L'usignolo e la rosa.
Il regista, già interprete nel 1999 e nel 2002 delle versioni cinematografiche de Il marito ideale e de L'importanza di chiamarsi Ernesto ha anche spiegato perché ha scelto di dedicare il suo film a Oscar Wilde
Il cuore del film è la fascinazione per la rovina di Wilde. Come si vede, il suo dramma è non aver riconosciuto il vero amore preferendo il decadente Bosie a Robbie Ross, colui che lo ha amato davvero. Oscar Wilde è una figura cristologica, ha scelto di andare in prigione per avere la vita eterna. Se si fosse sottratto al carcere fuggendo all'estero la sua opera non gli sarebbe sopravvissuta. Si è sacrificato per diventare immortale.
The happy prince, Rupert Everett; "Oscar Wilde ha inaugurato il movimento di liberazione dei gay"
Everett, omosessuale dichiarato, ha anche l'importanza avuta dallo scrittore nella storia delle battaglie per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali
Sicuramente ho una forte connessione con Wilde. Lui è stato il primo a combattere pubblicamente per i diritti degli omosessuali. Ha inaugurato il movimento di liberazione dei gay. Dovremmo prendere esempio dal suo fantastico viaggio.
The happy prince, le dichiarazioni di Emily Watson
In The happy prince il ruolo di Costance, moglie di Wilde, è interpretato da Emily Watson; Rupert Everett ha scritto la sceneggiatura avendo ben chiara la Watson in quel ruolo. L'attrice britannica ha dichiarato che
Per quanto fosse crudele, era impossibile non amare Oscar Wilde; aveva il fuoco dentro di sé, era una figura estremamente attraente; Constance è una donna piena di vita, moderna, ma è vittima dell'ipocrisia dell'epoca. Deve vivere in esilio per colpa della disgrazia che ricade su di lei, morirà sola. La sua storia è molto triste, ma anche commovente, piena d'amore e passione per la vita.