The Mother, Jennifer Lopez e Netflix fanno infuriare Cuba: "Propaganda riprovevole"

La stampa locale critica ferocemente l'action thriller "ambientato in una Cuba che non c'è"

Il ritorno al cinema di Jennifer Lopez con The Mother, l'action thriller della regista neozelandese Niki Caro, fa infuriare Cuba. La stampa locale non ha per niente gradito la rappresentazione che il film fa dell'isola. Tanto più che The Mother, disponibile in streaming su Netflix dallo scorso 12 maggio, non è stato girato all'Avana o altrove ma tra Vancouver in Canada e Gran Canaria e Las Palmas in Spagna.

The Mother, film fa infuriare Cuba: "Propaganda riprovevole"

Granma, il giornale ufficiale del Partido Comunista de Cuba, si scaglia contro The Mother per l'immagine distorta che fornisce dell'isola. Raccontando la storia di una ex soldatessa americana che, per salvare la figlia rapita da un potente gruppo di trafficanti d'armi, arriva all'Avana in compagnia di un agente dell'FBI, il film ha per sfondo "una Cuba che non c'è".

La capitale cubana è rappresentata nel film come il covo dove si rifugiano i cartelli della droga e del commercio di armi, un luogo dove ci si può uccidere impunemente e dove si difendono gli assassini latinoamericani.

Ancora più grave che una rappresentazione del genere abbia per protagonista Jennifer Lopez, l'emblema del pop latino e prima cantante latino-americana a vincere il Michael Jackson Video Vanguard Award. 

Jennifer Lopez, The Mother e l'immagine distorta di Cuba

Ma per Granma un film come The Mother non è che l'ennesimo prodotto di propaganda statunitense contro Cuba, a dimostrazione che nonostante il passare degli anni e delle politiche, l'antagonismo degli Usa contro l'isola comunista non accenna a diminuire.

Questa visione di Hollywood, tanto inveterata quanto riprovevole, è conforme alle linee politiche delle amministrazioni statunitensi e alla loro intenzione di seminare nell'immaginario universale l'idea che Cuba sia uno Stato terrorista.

Non è la prima volta che Granma si esprime apertamente su un titolo che arriva su Netflix. Era già capitato con Wasp Network, il thriller del francese Olivier Assayas sulla vicenda dei cinque attivisti della Red Avispa, la rete di spionaggio stabilita dal governo cubano nella Miami degli anni Novanta per infiltrare le organizzazioni terroristiche anti-castriste. In quel caso, però, l'organo del PCC ha apprezzato il lavoro di Assayas, basato sul libro Os últimos soldados da Guerra Fría del giornalista Fernando Morais.