Tonya, l'antieroe dello sport: ecco perché vederlo

Tonya non è il classico biopic su un campione dello sport, è molto di più e per questo merita di essere visto

Non ci sono eroi, solamente antieroi. Non ci sono i campioni belli e bravi, ma ci sono quelli brutti e cattivi. Non c'è neanche la gloria che arriva dopo un'impresa sportiva, c'è solamente il sudore, le grida, la sofferenza che solitamente precedono il successo. Aspetti, quest, che solitamente rimangono nell'ombra ma che in Tonya salgono invece alla ribalta, sono visibili alla luce del sole, anche perché la vera gloria per la sua protagonista non arriverà mai. Quella raccontata in questo film non è quindi la solita storia di sport, non c'è il campione dai comportamenti spesso oltre alle righe che riesce comunque a laurearsi numero al mondo nella Formula 1 come accade in Rush, non c'è neanche lo scontro tra due fuoriclasse agli antipodi come in Borg McEnroe o in La battaglia dei sessi, c'è solo una ragazza, Tonya Harding, il cui talento è oscurato dai buzzurri personaggi che le ruotano intorno, dall'ipocrisia del mondo che la circonda e dai suoi eccessi, una donna per cui, nonostante le incredibili doti mostrate in pista, la vera gloria sportiva non arriverà mai.

Tonya Harding, il film che ne racconta la vita

In Italia il nome Tonya Harding probabilmente non è noto a tutti, negli Stati Uniti invece è ben conosciuto: Tonya Harding è stata una pattinatrice sul ghiaccio tra le più talentuose al mondo, basti pensare che fu la seconda donna al mondo a eseguire un triplo axel (un salto dall'elevato quoziente di difficoltà) in una competizione ufficiale. Più che per le sue doti atletiche, è però ricordata per il suo coinvolgimento nell'aggressione a una collega, la pattinatrice Nancy Kerrigan, avvenuto nel gennaio del 1994 alla vigilia delle Olimpiadi di Lillehammer. Un fatto di cronaca che mise fine alla carriera da pattinatrice di Tonya Harding, oltre che alle sue speranze di partire con la nazionale degli Stati Uniti per la Norvegia.

Tonya: Margot Robbie e Allison Janney sono eccezionali

Per raccontare l'incredibile storia di Tonya Harding, il regista australiano Craig Gillespie ha scelto di far percorrere al suo film due strade parallele che a volte finiscono per incrociarsi: i fatti da una parte sono narrati attraverso una sorta di documentario, con delle interviste spesso ai limiti dell'assurdo ai vari protagonisti, dall'altra invece secondo i canoni classici (o quasi) del cinema, con la macchina da presa che segue i movimenti degli attori in scena. In più occasioni Craig Gillespie rompe però gli schemi tradizionali, è così che i personaggi si fermano, si estraneano da ciò che sta accadendo intorno a loro per rivolgersi direttamente allo spettatore del film. La protagonista di Tonya è una fantastica Margot Robbie, ben diversa da quell'icona sexy che abbiamo visto in The Wolf of Wall Street: è un attrice più matura, che di film in film sta dimostrando la propria crescita artistica e professionale. I fan dei film sui supereroi, inoltre, ad un certo punto riconosceranno in Margot Robbie un'espressione del viso che non può che ricordare la sua diabolica Harley Quinn in Suicide Squad.

Ancora più di Margot Robbie a sorprendere e a incollare gli spettatori allo schermo è la strepitosa interpretazione di Allison Janney che veste i panni di LaVona Harding, la cinica madre Tonya Harding. Proprio il cinismo mostrato dall'attrice, che per il modo in cui ha interpretato il ruolo è stata anche premiata con il Premio Oscar alla Miglior attrice non protagonista, è uno degli aspetti più affascinanti del film, uno dei motivi che fanno amare questo film, che elevano a uno stadio superiore Tonya rispetto agli altri biopic sulla vita degli sportivi.

Tonya, un film senza eroi ma con tanti antierori

In conclusione, Tonya è un film che vi consigliamo di vedere in particolare per il fatto di essere una pellicola totalmente diversa rispetto alle altre che raccontato la vita e i successi (o gli insuccessi) dei campioni dello sport. Come dicevamo in apertura di questa recensione, è un film in cui l'ipocrisia del mondo reale fa da padrona, in cui non ci sono eroi ma gli antieroi di una società che raramente Hollywood ha raccontato avendo come protagonista un personaggio pubblico come lo è Tonya Harding.

Voto: 7,5

Frase:
“A un certo punto della mia vita sono stata la migliore pattinatrice del mondo”.

Fonte foto di copertina: facebook.com/ITonyaUK