Genziana d'oro al film Samuel in the Clouds. Ambientato in Bolivia, descrive i cambiamenti climatici del pianeta
Trento Film Festival. Il macro argomento della montagna è stato declinato in molte forme e contenuti. In primo piano, alla sessantacinquesima edizione della manifestazione (27 aprile-7 maggio 2017), è rimbalzato l'argomento dei cambiamenti climatici del pianeta, con le conseguenze devastanti sulla natura e sull'uomo. Ed è un film che tratta questo soggetto ad avere vinto il premio principale, la Genziana d'oro. Si chiama Samuel in the Clouds, è diretto dal regista belga Pieter Van Eecke ed è ambientato a oltre cinquemila metri d'altezza, in Bolivia, sul monte Chacaltaya. In passato, quelle montagne erano state frequentate dagli sciatori, che con funivie e skilift raggiungevano la cima. Ora i ghiacciai sono spariti, le piste e gli impianti sono un ricordo (quasi una visione, un sogno, come esprimono bene le prime inquadrature con uno sciatore fantasma tra la neve e la nebbia) oppure oggetti arrugginiti rimasti come detriti, come memoria di un tempo lontano (i pali, i fili, la ruota degli impianti, la cabina del manovratore). La manovrava, quella cabina, Samuel, del quale il film fa un ritratto (insieme ad altre narrazioni inserite in modo un po' troppo forzato: le elezioni presidenziali, uno scienziato salito in quel posto per raccogliere campioni d'aria...), che aveva imparato il mestiere dal padre. Le scene che documentano la solitudine di quest'uomo, che vive in una casa costruita in cima alle rocce, rappresentano i momenti più intensi di un lavoro pregevole ma al tempo stesso didattico e conciliante.
Il premio del pubblico è stato invece assegnato a Becoming Who I Was firmato dal cineasta sudcoreano Moon Chang-yong con la co-direzione della connazionale Jeon Jin. Ma non siamo in Corea, bensì in un villaggio di alta montagna nella regione del Ladakh, nel Nord dell'India, dove un bambino è stato riconosciuto, all'età di cinque anni, nel 2009, come la reincarnazione di un monaco vissuto in Tibet diventando di conseguenza, per la tradizione buddhista, un Rinpoche. E affidato a un anziano monaco per essere istruito. I due registi hanno seguito la storia di queste due persone dal 2009 al 2016, raccontando, in un documentario impostato come un film di finzione, un percorso di crescita, ma soprattutto l'amicizia tra due esseri umani destinati infine a separarsi.