Robert Guédiguian, quando cinema e vita sono inseparabili

Al Museo Nazionale del Cinema di Torino dal 2 maggio 2017 in programma la retrospettiva completa del regista marsigliese

"Come molti abitanti di Marsiglia, sono molto meticcio, di madre tedesca e padre armeno. Sono, quindi, un marsigliese autentico, perché di origini miste, e credo che i veri marsigliesi siano di origini miste".

Robert Guédiguian - 63 anni, nato nell'Estaque, quartiere povero della zona Nord-Ovest della città provenzale, fondato dalla classe operaia e dai lavoratori del porto - Marsiglia la conosce in profondità, nelle sue espressioni più nascoste, quelle che si incontrano nelle periferie abitate dalle classi più disagiate, appunto da quei meticci giunti nel cuore del Midi francese nel corso della Storia da migrazioni vicine e lontane. E votandosi a un cinema d'impegno civile, di denuncia, da rappresentare affidandosi soprattutto alla solidità delle storie e dei personaggi, Guédiguian scelse come set dei suoi film proprio quei luoghi a lui così noti e cari, costruendo la sinfonia di una città, corpo pulsante e presente nella maggior parte della sua opera. Una filmografia iniziata nel 1981 e che finora è composta di diciannove lungometraggi. Tutti i film saranno in visione al cinema Massimo di Torino che dedica al regista una retrospettiva completa chiamata "La complessità delle cose" e in programma dal 2 al 30 maggio 2017. A rendere ancora più concreta l'opera di Guédiguian vi è, inoltre, un altro elemento. Per l'autore di Marius e Jeannette (1997), il suo lungometraggio più famoso, "fare film significa intraprendere un'autentica avventura umana a fianco di amici e collaboratori che sono divenuti compagni di vita" (come ben sintetizzato nelle note di presentazione della rassegna). Persone con le quali condividere percorsi artistici e privati. Si pensi, per limitarci all'esempio più evidente, a Ariane Ascaride, 62 anni, anche lei marsigliese, moglie di Guédiguian dal 1975 e attrice in tutti i film del marito con l'eccezione de Le passeggiate al campo di Marte (2004).

Cinema e vita insieme, e insieme a una città. Dal 1981, quando Guédiguian esordisce con Dernier été, raccontando l'estate del 1980 nel quartiere dell'Estaque Riaux di un gruppo di amici mentre lo spettro della disoccupazione si insinua nelle fabbriche e al porto (la condizione operaia è un filo rosso che percorre il lavoro del regista), a Une histoire de fou (2015), dove in primo piano c'è il genocidio armeno del 1915 in un film che inizia a Berlino nel 1921 per proseguire a Marsiglia descrivendo la storia di un armeno che, come già fece un suo connazionale, continua a chiedere giustizia per il suo popolo massacrato dai turchi.

Sarà proprio Une histoire de fou a inaugurare la rassegna, martedì 2 maggio 2017 alle ore 20.30, alla presenza di Robert Guédiguian e Ariane Ascaride che, al termine della proiezione, incontreranno il pubblico.