Un uomo qualunque: il collega mite che poi uccide tutti

Un Christian Slater eccezionale è il protagonista di una storia surreale ma ben girata

Avete presente quell'uomo apparentemente mite, debole, fragile, solo, non integrato nella società, che tutto d'un tratto impazzisce e compie qualche gesto folle e irreparabile come, ad esempio, sparare all'impazzata ai colleghi d'ufficio? Quell'uomo è Bob Macomel. O meglio, quell'uomo vorrebbe essere Bob Macomel: lui, bersaglio dei propri colleghi, da tempo sogna di ucciderli tutti e nel cassetto della sua scrivania nasconde una pistola ma, proprio quando decide di portare a termine il suo piano, un altro membro dell'ufficio lo anticipa e inizia a sparare e ammazzare, fino a quando non viene freddato proprio da Bob Macomel. Lui, Un uomo qualunque (come da titolo del film), diventa improvvisamente un eroe e la sua vita cambia drasticamente. È questa la trama della pellicola diretta da Frank Cappello, bravo nel giocare con gli stati d'animo del suo protagonista e nel raccontare in maniera leggera una storia che in realtà non lo è. Se il film è ben riuscito, se piace e convince gran parte del merito va dato a Christian Slater, semplicemente impeccabile nel ruolo di Bob Macomel.

Christian Slater: oggi un mite impiegato, domani un maniaco omicida, dopodomani chissà

Christian Slater riesce a trasformarsi così come si trasforma il suo personaggio, il suo corpo parla prima di quanto faccia la sua bocca: la postura, gli sguardi, il movimento delle mani, tutto combacia con i vari stati emotivi che attraverso il suo Bob Macomel, un uomo finito nel baratro, che all'improvviso risorge dopo aver conosciuto l'amore, un sentimento a lui forse nuovo o forse dimenticato e sotterrato da strati di insicurezza, paura, solitudine e vessazioni. Bob Macomel rinasce dopo un bacio alla donna che fino a poco tempo prima a malapena riusciva a salutare, si trasforma in quello che non è mai stato: da semplice impiegato abituato a eseguire gli ordini, diventa un brillante manager dei piani alti, trova il coraggio di dire ciò che pensa e riesce a integrarsi in un mondo in cui si è sempre sentito inadatto.

Cambia Bob Macomel e cambia anche Christian Slater, il suo modo di camminare, di guardare le altre persone, di muoversi. L'attore si muove con disinvoltura tra uno stato d'animo e l'altro del suo personaggio, riesce a interpretare alla perfezione quell'uomo apparentemente mite e pacato ma che in realtà è un vulcano pronto a eruttare da un momento all'altra, a sommergere con la sua lava una società che non riesce mai ad accettarlo veramente e di cui lui stesso non si sente parte. Ad accompagnare Christian Slater nelle vicende raccontate in Un uomo qualunque ci sono poi Elisha Cuthbert e William H. Macy, l'eccentrico Frank Gallagher di Shameless.

Un uomo qualunque: film sulle fragilità umane

Un uomo qualunque è un film che non si perde in particolari inutili, Frank Cappello non ha architettato trucchetti particolari per allungare la trama e tenere incollato allo schermo per più tempo lo spettatore, il regista ha invece voluto concentrarsi esclusivamente sui dettagli principali, quelli che possono permettere a chi assiste al film di capire le personalità complicate dei suoi personaggi per far sì che poi ognuno arrivasse alle proprie conclusioni circa il finale del film. Un uomo qualunque non termina infatti in maniera chiara e netta, quello che succede negli ultimi minuti non è limpido e ogni singolo spettatore potrà scegliere di decriptare come preferisce ciò che succede.

L'idea di Frank Cappello di terminare in questo modo la propria pellicola potrà non piacere a tutti, ma a ben pensarci è una scelta logica per un'opera così psicologica che, come scritto in precedenza, pur essendo raccontata in maniera leggera è invece un lavoro complesso e impegnativo. In sintesi, Un uomo qualunque è un bel viaggio all'interno della psiche umana, ma è soprattutto un film che consigliamo di vedere: di certo non rimarrete delusi per come avrete scelto di spendere il vostro tempo.

Voto: 6,5

Frase:
“Il numero uno è per la mascotte dell'ufficio, il numero due è per Miss Tenerezza, il numero tre per Mister Il mattino ha l'oro in bocca, il quattro per Mister Leccapiedi, il cinque per il pugnalatore alle spalle e ultimo, il numero sei per.."

Fonte immagine di copertina https://www.youtube.com/watch?v=pijQr3VHP9Y