Nostalgia dell'università? Guardate la clip di fino a qui tutto bene, il film di Roan Johnson, interpretato da un cast di giovani attori
La classica scusa del funerale del nonno per salvarvi dall'esame per cui non avete studiato? I protagonisti di Fino a qui tutto bene, il film di Roan Johnson, che ha conquistato il Festival Internazionale del Film di Roma vincendo il Premio del Pubblico BNL - Cinema Italia, hanno ideato qualcosa di molto peggio. Un piano così folle da essere quasi geniale.
Noi ve ne mostriamo una piccola anteprima, con la clip «È geniale»:
Fino a qui tutto bene racconta l'ultimo weekend insieme di cinque ragazzi che hanno studiato e vissuto nella stessa casa, dove si sono consumati sughi scaduti e paste col nulla, lunghi scazzi e brevi amplessi, nottate sui libri e feste all'alba, invidie, gioie, spumanti, amori e dolori. Ma adesso quel tempo di vita così acerbo, divertente e protetto, sta per finire e tutti dovranno assumersi le loro responsabilità.
C'è chi prenderà direzioni diverse, andando incontro a scelte che cambiano tutto. Chi rimarrà nella propria città, chi partirà per lavorare all'estero. Fino a qui tutto bene è la fresca narrazione di un epilogo che tocca le vite di migliaia di giovani: sono gli ultimi tre giorni trascorsi insieme di cinque amici che hanno condiviso il momento forse più bello della loro esistenza, di sicuro quello che non scorderanno mai.
Giovani i protagonisti, e giovani anche gli attori del cast: in Fino a qui tutto bene hanno recitano Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D'Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini, con la partecipazione di Isabella Ragonese.
Queste le parole del regista di Fino a qui tutto bene, Roan Johnson: «Nel 2013 l'Università di Pisa mi chiede di fare un documentario e mi sorprendo ad ascoltare ragazzi che, anziché lamentarsi per la crisi, dimostrano un atteggiamento di sfida. Di rilanciare, piuttosto che arrendersi. Per questo, quando ci è venuta l'idea per raccontare la fine di quel periodo protetto e acerbo, anziché seguire il classico percorso che ci avrebbe portato a sentirci dire che avremmo dovuto aspettare, che i soldi erano finiti, che avremmo dovuto scendere a compromessi produttivi, abbiamo deciso di fare da soli, di non arrenderci, di puntare in alto».