Uomini che odiano le donne: il film della Sony potrebbe aver trovato il suo regista

La base del progetto è The Girl in the Spider’s Web, l'ultimo capitolo del franchise letterario scritto da David Lagercrantz

Cavalcando l'entusiamo per il successo di Don’t Breathe, la Sony Pictures starebbe pensando al regista Fede Alvarez per uno dei maggiori franchise della Casa di produzione. Alcune fonti citate dal sito Variety suggeriscono infatti che Alvarez sia la prima scelta della major per The Girl in the Spider’s Web, il sequel di The Girl With the Dragon Tattoo.

Steven Knight ha steso la sceneggiatura con Scott Rudin, Amy Pascal, Elizabeth Cantillon, Eli Bush e Ole Søndberg e Søren Stærmose della Yellow Bird sono in trattative per la produzione, mentre David Beaubaire supervisionerà per lo studio.

Il progetto cinematografico è basato sul nuovo romanzo uscito dalla penna di David Lagercrantz, The Girl in the Spider’s Web, che ha cercato di "sostituire" – per quanto sia davvero possibile farlo – l'autore originale della serie, Stieg Larsson, morto nel 2004. Nel romanzo, Salander fa squadra con il giornalista Mikael Blomkvist per entrare in un mondo popolato da spietate spie, cyber criminali e funzionari governativi più che disposti a uccidere per proteggere i loro segreti.

Il progetto è stato di alta priorità per la Sony da quando ha acquisito i diritti del libro nel 2015, e da allora ha immediatamente messo Knight al lavoro per adattare il romanzo. Il film, quindi, dovrebbe essere messo su una corsia preferenziale ed entrare in fase di produzione già a partire dal prossimo anno.

Come reagirà, quindi, Rooney Mara, volto, tatuaggi e piercing dell'iconica hacker Lisbeth Salander? L'attrice, infatti, nel corso di un'intervista avrebbe dichiarato: Non credo che verrà girato un sequel. Sono triste all'idea di non interpretare più Lisbeth, ma non mi pare che il progetto sia nei programmi della Sony.

Nel 2011 Uomini che odiano le donne non aveva sbancato il botteghino, ma aveva comunque incassato circa 100 milioni di dollari, a fronte dei 90 milioni spesi per la produzione.

Fonte: Variety