Apre il film Everest, spettacolo visivo ad alta intensificazione
La Grande Montagna come vacanza avventura. Questa è la critica del film kolossal Everest che ieri sera ha aperto la 72ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film è stato proiettato in 3D e quindi in sala tutti erano muniti degli speciali occhialetti. Diciamo subito che questo è uno dei tanti casi dove il 3D non serva a molto e ha poco senso. Infatti il film di Baltasar Kormarkur è una potente visione fatta di colori vivissimi e di riproduzioni audio iperealistiche, un’esperienza sensoriale che vuole trascinare lo spettatore dentro le immagini, nella storia.
Film kolassal che presenta un cast di spessore:Jake Gyllenhall, Josh Brolin, Jason Clarke, John Hawkes, Robin Wright, Emily Watson e Keira Knightley. Film girato sulle Dolomiti e gli interni realizzati a Cinecittà. Il film, come abbiamo detto, di Kormarkur, che parte da un fatto realmente accaduto nel 2006, non racconta e analizza la tragedia avvenuta sulla vetta più alta del mondo, no, ma s’interroga sul perchè degli sprovveduti, senza esperienza di scalate e con solo la voglia di fare qualcosa di eccezionale, sia consentito di compiere un’impresa al limite delle possibilità umane e di vivere il tutto semplicemente come una vacanza diversa e alternativa, qualcosa da raccontare una volta tornati a casa in ufficio.
Insomma, la vita in cambio di un souvenir, la commercializzazione dell’impossibile che diventa a portata di mano, adrenalina e paura a buon mercato, ma è tutto un illusione perche la Grande Montanga presenta un conto troppo salato da pagare, e non fa sconti. Così la vacanza diventa incubo e l’esperienza si fa tragedia.
Al di là delle dichiarazione degli attori in conferenza stampa, che avrebbero rischiato il congelamento che lasciamo il tempo che trovano, quello che resta di questo film sono sicuramente le scene della tempesta nera che arriva all’improvviso, e quelle di tensioni come l’attraversamento dei crepacci, e le salite alla corda. Un filmone, come si dice in questi casi, forse scelto per il fatto di essere stato prodotto in Italia ma pure questo fa parte dello spettacolo.
A cura della redazione