11 minuti di Jerzey Skolimowski è accolto benissimo dal pubblico mentre lascia perplessi l'ultimo italiano in gara, Per amor vostro di Giuseppe Gaudino
Un film dirompente e adrenalinico alza, proprio nell’ultimo giorno, il livello di risposta del pubblico e a farlo è un regista non più giovane, il polacco Jerzy Skolimowski, di 78 anni. Per niente banale, mai lento, anzi, un film elettrico si sarebbe detto una volta, quello che Skolimowski realizza con 11 minuti è una chiara risposta al cinema spettacolare americano, una risposta che non pecca di intellettualismo ma utilizzando tanti pezzi visivi già ben collaudati li mette insieme e dietro ogni svolta della storia non ti permette di capire cosa succederà dopo: bisogna lasciar fare alla immagini.
C’è da pensare che il film 11 minuti, ambientato in una Varsavia moderna, con telecamere ovunque, possa piacere al presidente della giuria di quest’anno, Alfonso Cuaròn, che possa essere intrigato da questa ricerca spettacolare antitetica a Hollywood. Per sapere se Cuaròn è rimasto colpito o no da 11 minuti bisogna ancora aspettare (poco) quello che è certo è che 11 minuti ha mandato in delirio il pubblico che lo ha visto.
Sempre ieri, in concorso è passato l’ultimo dei quattro film italiani, Per amor vostro di Giuseppe Gaudino. Il regista napoletano incornicia proprio la sua città ritraendolo nella su vita sotterranea, metaforica e letterale, e in quella luminoso e colorata al livello del mare. La storia è quella di Anna (Valeria Golina) schiacciata da una vita che lei ha sempre accettato: accentando l’appartenenza del marito al crimine (Massimiliano Gallo), che ha sempre scelto di dedicarsi agli altri invece che a se stessa. Donna modesta, altalenante del sorridere dei pochi momenti di gioia e a rimanere in silenzio nei momenti di violenza domestica.
Poi un giorno incontra Michele (Adriano Giannini), un attore che comincia a corteggiarla, e riesce anche a trovare una lavoro stabile e tutto questo la risveglia da quel torpore esistenziale in cui era rimasta per anni.
Film accolto tiepidamente quello di Giuseppe Gaudino che forse eccede di barocchismo e di una ricercatezza estetica troppo plastica per rappresentare il magma vitale, nel bene e nel male, di Napoli.
a cura della redazione