Venezia 3 - Tra Johnny Depp e Francofonia di Sokurov

Ieri giornata densa sul tappeto di Venezia: Johnny Depp ha mandato in visibilio la folla che lo aspettava e in concorso è passato Francofonia di Sokurov

Successo, ieri, per il film in concorso, fra i più attesi, Francofonia del regista russo Aleksandr Sokurov, già Leone d’Oro 2011 con Faust. Francofonia si inserisce nei lavori e nelle riflessione che Sokurov sta portando avanti da anni con la sua opera sul mezzo cinematografico. Lavori metacinematografici ma che vogliono riflettere anche sull’estetica delle immagini, del rapporto con il potere che queste intrattengono e non ultimo quello con l’Arte.

Il film è un insieme di stili e linguaggi tra il documentario e la finzione che racconta della straordinaria avventura e della collaborazione franco-russa per sottrarre e nascondere le opere d’arte del museo del Louvre dai nazisti durante l’occupazione tedesca di Parigi. Film non di cassetta, certo, altamente concettuale, che vuole essere un omaggio a un’idea di Europa che non è quella dei burocrati: Sokurov vuole dire che noi europei siamo cittadini dell’Arte che è la nostra vera patria.

Sempre ieri in concorso è passato Marguerite di Xavier Giannoli. Anche Giannoli non è nuovo a Venezia, tra anni fa era qui con Superstar, e questa volta per il suo film prende spunto da un fatto reale, quello della ricca ereditiera americana Florence Foster Jenkins: il film parla di Marguerite Dumont, donna dell’alta società parigina degli anni Venti che, innamorata follemente del canto, decide di fare la cantante incapace di rendersi conto di essere stonata come una campana. Film delicato e divertente, un po’ classico ma ben capace di muoversi tra commedia e melodramma.

Infine ieri è stata la giornata di Johnny Depp giunto al Lido per presentare Black mass – L’ultimo gangster di Scott Cooper. Il film è tratto da una storia vera e racconta del boss James “Whitey” Bulger che decide di diventare un informatore della polizia di Boston, ma dietro la sua scelta non c’è alcun pentimento, infatti è solo una mossa strategica perché la polizia, grazie a lui, faccia il lavoro sporco e gli tolga di mezzo la concorrenza.

Il trasformismo è forse una delle cifre per mostrare che un attore sia veramente bravo, e in omaggio alla stracelebrata capacità trasformista di De Niro (questo film, Black Mass, era nelle corde di Martin Scorsese) Depp si mostra completamente trasfigurato, calvo, pallido e grasso. Decisamente siamo di fronte a uno dei pochi attori che nella sua lunga carriera non ha mai lesinato cambiamento di aspetto radicali e sempre perfetti.

In conferenza stampa Johnny Depp ha caldamente ringraziato i suoi molti fan (ieri era un delirio) dicendo chiaramente che loro sono i veri boss, cioè i suoi datori di lavoro, e lui un semplice impiegato, ed è stato come suo solito molto generoso con loro non risparmiando autografi e fotografie sul tappeto rosso.

A cura della redazione