Venezia 9 - Il Decalogo di Vasco, Atom Egoyan e il debuttante Vigas

Arriva il Decalogo di Vasco, film documentario sul Komandante, poi è la volta del film di Egoyan sulla tragedia dell'Olocausto, e per la prima volta un film venezuelano in concorso a Venezia

Vasco Rossi è la rockstar italiana, forse l’unico cantante che ha subito varie trasformazioni, capace di leggere i tempi in cui era immerso senza mai adattarsi ma solo cambiando strategia di lotta. Così i fan non lo hanno mai tradito, non lo hanno mai lasciato solo e lui in quasi quarant’anni di carriera non li ha mai delusi.

È sempre rimasto il Komandante a capo di una brigata in marcia che si fermava solo sotto il palco. Proprio questo dentro e fuori dal palco è il segno distintivo del Decalogo di Vasco, film documentario di Fabio Masi targato Rai 3. Film documentario, è vero, ma pure animazione, backstage, reportage. Vasco davanti alla telecamera vince quella sua riservatezza che ha sempre mascherato la sua timidezza, e si lascia andare, un fiume di parole, le classiche pause interlocutorie (“capito”), e subito si riparte.

Ma l’idea chiara di quello che si fa e si è fatto rimane lucida come quando dice che per arrivare al cuore della gente un cantante deve dare tutto, e per tutto s’intende la vita personale, gli affetti, addirittura la mamma che era rimasta sola, “forse solo così ce la fai”, “un uomo lo misuri dal saper mantenere le promesse cha fa”. È un Vasco filosofo, guru, tra il pamphlet e la confessione di uno che ha vita sulle spalle e non ne è sicuro ma forse ha capito qualcosa.

Ieri è stato il giorno di Atom Egoyan, non nuovo a Venezia, che ha presentato Remember, interpretato del premio Oscar Christopher Plummer, nella parte di Zev, e l’altro veterano, Martin Landau. Zev è vecchio, sta in un ospizio, la sua memoria lo tradisce spesso ma non quando si ricorda che deve dare la caccia al nazista che sterminò la sua famiglia ad Auschwitz. Così fugge dall’ospizio con un altro ospite (Landau), ebreo anch’egli. Un fuga che lo vede appuntarsi su una coscia le cose da fare per non dimenticarsene. Da uno Stato all’altro un viaggio che condurrà a una scoperta agghiacciante.

Altro film in concorso è Desde Allà di Lorenzo Vigas, prima volta di un film venezuelano in concorso a Venezia. Il film racconta di Armando (uno strepitoso Alfredo Castro), un odontotecnico riservato, che conduce una vita spenta, grigia ma che ha un risvolto: Armando è omosessuale e gli piace adescare giovani ragazzi per le strade di Caracas. Questo finché non arriva l’incontro fatale con Eder, giovane ragazzo violento che lo picchia e lo deruba. Armando cerca Eder e i due diventano come una famiglia ma le loro vite non possono prefigurare niente di buono. Desde Allà è stato prodotto dal messicano Guillermo Arriaga.

A cura della redazione