Viola Davis, il racconto shock della sua infanzia: "La mia casa infestata da topi"

L'attrice Viola Davis, che ha vinto il suo primo Oscar come miglior attrice non protagonista, ha svelato particolari shock della sua infanzia.

La vita non è stata tenera con Viola Davis. L'attrice afroamericana, che ha vinto il suo primo Oscar come non protagonista per Barriere, ha raccontato la sua infanzia, segnata dalla tragedia dell'estrema povertà. In un'intervista rilasciata a People, la Davis ha raccontato dettagli drammatici delle condizioni in cui si è trovata a vivere quando era molto piccola.

Viola Davis: l'Oscar dopo mille sofferenze

La recitazione è stata per Viola Davis un modo per elaborare le proprie emozioni e soprattutto per reagire a un'infanzia drammatica:

Dovevo saltare nei bidoni della spazzatura pieni di vermi in cerca di cibo, e dovevo rubare dal negozio all'angolo, perché avevo fame. Gli altri bambini non sono mai venuti a casa mia perché la mia casa era un edificio condannato, sprangato, era infestata da topi. Io ero uno di quei bambini che erano poveri e lo sapevano.

Nel pubblicare una propria foto dell'infanzia, la Davis ha scritto su Instagram:

L’unica foto che ho della mia infanzia è una foto di me all’asilo. Ho quest’espressione sulla faccia – non è un sorriso, non è un broncio. Vi giuro, questa è la bambina che si sveglia ogni mattina guardando la sua casa e la sua vita, e dice: "Non posso credere quanto Dio mi abbia benedetta". Ero quel genere di persona povera che sapeva subito di possedere meno di chiunque intorno a me. Il nostro ambiente, il nostro spazio fisico rifletteva il nostro introito.

La Davis viveva in una casa a dir poco fatiscente:

Tubature scadenti, niente telefono né cibo, e topi, e tutte queste cose.

Adesso, per sua stessa ammissione, si sente una principessa e il suo discorso agli Oscar era colmo di gratitudine per la vita e per il destino.

C'è solo un posto dove sono riunite le persone con il più grande potenziale ed è il cimitero. Voglio riesumare quei corpi, quelle storie, le storie di persone che sognavano in grande e non hanno mai visto quei sogni diventare realtà. Persone che si sono innamorate e hanno perso. Sono diventata un’artista e ringrazio Dio, perché è l’unica professione che celebra cosa significhi vivere la vita.