La Palestina irrequieta di Wajib - Invito al Matrimonio accoglie un'avventura on the road di un padre e un figlio molto diversi, ma connessi.
Dopo Un appuntamento per la Sposa, una produzione del 2017 di Israele, per la prima volta dal 24 Aprile nelle sale italiane è arrivato il film Wajib - Invito al Matrimonio, diretto da Annemarie Jacir, una regista palestinese che sceglie la formula occidentale del road movie per raccontare una storia che punta i riflettori su alcuni problemi politici e sociali del suo Paese. "Da autrice non faccio film per mandare messaggi: cerco di raccontare storie nel modo più onesto che posso. Faccio cinema per fare domande, su di me, sul mio Paese" spiega la regista” ha detto Jacir. La scelta di un linguaggio cinematografico più occidentale sembra essere la chiave per una maggiore distribuzione di un film o una serie tv in questo momento storico. Pertanto, se nel primo caso il film sembra ricordare commedie tipo Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco, per Wajib - Invito al Matrimonio la questione è un po’ diversa.
Wajib - Invito al Matrimonio: la trama del film
Ambientato a Nazareth, città palestinese appartenente oggi al territorio israeliano, il film presenta una comunità cattolica di un paese in cui le minoranze sono invisibili a causa delle egemonie culturali dominanti. Il 68% della popolazione è musulmana, mentre il 32% è cristiana. Una convivenza apparentemente tranquilla, ma che nasconde invece una serie di abusi e violenze che l’omertà spesso ha ignorato e giustificato. Tuttavia Wajib sceglie un tono leggero, anche se è possibile percepire nella storia l’ombra di un conflitto che ha causato tensioni irrisolte con radici molto lontane. “Non faccio film per fare politica ma per tuffarmi nella condizione umana, per indagare nei personaggi, nella loro umanità, per coglierne le contraddizioni, i sentimenti, l'amore e l'odio. Cerco di lavorare sul mio ruolo. E scelgo i ruoli che siano una sfida per me” ha spiegato la regista durante la conferenza stampa del film a Roma.
Shadi è un giovane architetto palestinese che vive a Roma. Per le vacanze di Natale però, torna a Nazareth, per aiutare il padre a consegnare gli inviti di nozze della sorella Amal. Infatti, per tradizione, gli uomini di famiglia hanno questo compito quando si sposa qualcuno vicino per legame di sangue. Il padre di Shadi è un insegnante e la madre è scappata in America con un altro uomo qualche tempo prima. Questo loro viaggio insieme sarà l’occasione per confrontarsi, anche se i loro diversi punti di vista sulla vita e sulla situazione politica della Palestina non sembrano poter trovare un punto in comune.
Wajib - Invito al Matrimonio: lo stile occidentale di Annemarie Jacir
Il racconto scorre in maniera molto convenzionale, per una sceneggiatura che opta per scelte narrative ben note al grande pubblico. Anche se l’ambientazione e i personaggi portano con il pensiero in Oriente, il film sembra una commedia sentimentale americana, anche se l’anima autentica di una cultura profondamente diversa resta intatta e affascinante. L’ironia ha un ruolo importante nei dialoghi di questa avventura familiare divertente, ma anche drammatica. La regista Jacir sceglie di raccontare la sua storia secondo un realismo umile e semplice, con una regia discreta. Il cast è indovinato e raccoglie i frutti della scelta furba di aver coinvolto un padre e figlio reali: Mohammed Bakri e Saleh Bakri. Uno emigrato in Italia e l’altro legato saldamente alla sua terra natale, ma con la voglia in comune di condividere ogni istante di questa esperienza on the road. Essi interpretano la “resistenza” e la difesa della propria storia in maniera differente, sottolineando il cuore del cinema di Annemarie Jacir che, da una parte tende ad imitare l’industria cinematografica occidentale, ma dall’altra decide di portare sullo schermo delle storie fortemente connesse con l’ambiente in cui si svolgono. “Nazareth ha dato ospitalità a molti rifugiati palestinesi dal 1948, c'è un quartiere che è un campo profughi e molte persone che ci vivono vengono da un villaggio completamente distrutto nel 1948” ha dichiarato l’attore Saleh Bakri in un’intervista.
"Ho esitato molto prima di metterli insieme: sono grandi attori, ed è sempre difficile lavorare con qualcuno della tua famiglia. Inoltre Mohammad è molto diverso dal personaggio: non è un uomo spezzato come nel film, è uno che quando entra in sala tutti lo guardano, una figura carismatica. Nel film, poi, il figlio ha perso il rispetto per il padre, mentre non è così nella realtà. È stata una grande sfida, ne avevo paura poi ne abbiamo parlato. E Mohammad mi ha detto: questa sarà la sfida più grande della mia carriera” ha spiegato la regista, aggiungendo: “La macchina mi serviva per passare da uno spazio privato a uno spazio pubblico. Quanto al rapporto tra i due uomini, vengo da una famiglia dove le donne parlano molto e hanno molto potere. Ho un padre e un fratello che si parlano poco. Volevo analizzare questo aspetto, e come si dicono le cose che non si riescono a dire”.
Wajib - Invito al Matrimonio: un film istruttivo ed ironico
La ricchezza di un linguaggio universale, adatto a tutti, ma speciale nei suoi dettagli culturali ed estetici. Wajib - Invito al Matrimonio è un film delicato e ricco di humour, che si concentra sul rapporto padre-figlio, sulla scia dell’indimenticabile Nebraska di Alexander Payne nel 2013. Una vecchia Volvo diventa la cornice di un confronto generazionale sullo sfondo di un contesto socio-politico in continua trasformazione. Vincitore del Festival Internazionale del Cinema di Dubai come Miglior Film e Miglior Attore, Wajib - Invito al Matrimonio ha vinto anche il Premio ISPEC al Festival di Locarno 2017 e, durante le varie anteprima in tutto il mondo, ha riscosso un notevole consenso da parte di critica e pubblico. Wajib - Invito al matrimonio è un film di intrattenimento particolare, ma anche un film educativo che permette al pubblico occidentale di conoscere una nuova cultura, con le sue idee, le sue convinzioni, le sue tradizioni e alcuni errori nella storia che hanno trasformato una società per sempre.
Anche le relazioni personali hanno risentito di tutto questo e l’equilibrio di un sorriso e una lacrima in uno scambio complice e costruttivo è alla base di questa storia da vivere. Tutti siamo spesso alla ricerca di una vita migliore, anche se questo richiede sacrifici e cambi di rotta, ma la famiglia può essere una valida alleata nonostante i suoi alti e bassi.
Voto: 7