Zombi - Dawn Of The Dead: l'importanza degli zombie secondo Dario Argento

Fan dell'horror a rapporto: torna Zombi - Dawn Of The Dead!

Il 24 novembre esce il cofanetto Zombi - Dawn Of The Dead di George A. Romero in versione restaurata con quattro dischi e numerosi contenuti speciali curato da Dario Argento e Nicolas Winding Refn.

Zombi - Dawn of The Dead è il secondo capitolo della quadrilogia sugli zombi firmata da George A. Romero (oltre a La notte dei morti viventi, 1968, Il giorno degli zombi, 1985, e La terra dei morti viventi, 2005). Il film fu vittima della censura: la versione originale presentata a Cannes aveva una durata di 139 minuti, mentre in America uscì con una versione accorciata, di 127 minuti e in Italia è stato rimontato da Dario Argento, che realizzò una pellicola di 118 minuti.

I due registi di culto e curatori del cofanetto, in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, hanno parlato a MoviePlayer dell'importanza degli zombi.

"Questo è un film che resterà nella storia del cinema perché è molto bizzarro e strano, ed è anche il primo che affrontava questo tema. Sono contento soprattutto di poter vedere il mio amico Nicolas, che ha dato un grande apporto a questo restauro", ha detto Argento.

"L'ho visto la prima volta in videocassetta a 12-13 anni e ho immediatamente pensato che fosse folle. Non era soltanto un film horror, ma, come ha detto Dario, anche un manifesto politico: dimostra come il cinema possa diventare un mezzo di comunicazione che si mescola alla cultura pop. Pochi film sono riusciti in questa impresa e Zombi è uno dei primi esempi di questa commistione.

Successivamente ho scoperto che Dario aveva rimontato il film e credo sia uno dei pochi connubi riusciti tra due registi, perché ci sono due versioni entrambe interessanti: le sensibilità sono leggermente differenti, perché riflettono la personalità degli autori, è come avere due genitori, li ami entrambi ma sono diversi. Per me vedere Zombi di Romero e l'European cut di Dario è come uscire con dei genitori per quattro ore", ha aggiunto Refn.

"C'è una forte critica sociale: l'idea di un gruppo di zombi che assalta un ipermercato e lo demolisce fa capire che alla base c'è un pensiero preciso. Il regista poi è una persona politicamente impegnata, di sinistra.

Lo zombi è spietato, non ha morale, non ha principi e in questo senso rispecchia certi avvenimenti che accadono nel mondo, soprattutto per quanto riguarda gli ultimi 15-20 anni. È una metafora compresa da tutti, per questo è dilagata: nel cinema come nella televisione e nella pubblicità. Sono dappertutto".

Refn ha infine aggiunto: "Fin dalla letteratura l'idea dei morti che camminano è una metafora tangibile, facilmente comprensibile, perché non sono sovrannaturali come creature che si trasformano o come i vampiri, ma sono sporchi e intrisi di paura. La paura di essere divorati vivi è molto primordiale: essenzialmente siamo degli animali ed è un istinto che ci è rimasto, il concetto di mangiarci a vicenda è una metafora accessibile".