La Cannabis arriva nelle Università italiane

In Italia da qualche tempo è libero il commercio di Cannabis “light a base di CBD.

In Italia da qualche tempo è libero il commercio di Cannabis “light a base di CBD. Abbiamo assistito all’apertura di numerose attività di vendita di prodotti a base di canapa e sono nate tante aziende dedicate alla sua produzione. La loro crescita economica è frenata sia dalla legislazione poco chiara che dalla mancanza di professionisti sempre più richiesti in questo settore.

E si può ben capire come mai manchino. In che modo ci si potrebbe formare in questo settore in assenza di corsi specifici? Certo, si può far qualcosa da autodidatta, ma l’industria della Cannabis necessita di esperti in materie complesse come la chimica, la medicina e la farmacopea.

Il modo migliore per istruire i professionisti di domani in queste materie è l’istituzione di percorsi formativi mirati a quella che oggi viene chiamata “Cannabinologia”. In quest’articolo spiegheremo cosa si sta muovendo in quest’ambito nelle Università italiane e come sia possibile formarsi nel campo della Cannabis.

Cannabinologia: la nuova materia nelle Università italiane

Il 30 ottobre è stata in un certo senso una data storica per il settore della canapa in Italia.

È stato allora che l’Università La Sapienza di Roma ha inaugurato un nuovo laboratorio dal titolo “Analisi socio-economica del mercato della Cannabis”. Si tratta di un corso formativo interno alla laurea magistrale in “Scienze Sociali applicate” ed è curato dal prof. Marco Rossi. Tuttavia si è dovuto attendere ben 2 anni per vedere il sorgere di un’altra iniziativa simile.

Quest’ottobre infatti sarà avviato un Master innovativo all’Università di Padova, organizzato con il contributo della società di informazione scientifica Cannabiscienza. Si tratta del corso formativo in “Cannabinologia: la pianta di Cannabis e il sistema endocannabinoide”.

Sarà un percorso multidisciplinare articolato su numerose materie, come biologia, chimica, farmacologia, medicina e diritto, e non è previsto alcun particolare requisito per accedervi.

Il Master avrà una durata di 6 mesi e le lezioni si svolgeranno online sulla piattaforma Moodle.

Come prossimo step potremmo aspettarci l’apertura di un vero e proprio corso di laurea interamente dedicato alla Cannabis, ma forse i tempi non sono ancora maturi per un passo simile.

La legislazione sulla canapa è ancora piuttosto confusa e inibisce studi e discussioni scientifiche intorno a questa pianta.

Tuttavia, se la liberalizzazione iniziata negli anni precedenti dovesse proseguire, sarà l’economia stessa, con le sue necessità occupazionali, a chiedere a gran voce un corso di studi per formare i professionisti del settore.

Tutti questi sono segnali importanti di un graduale ripensamento in atto verso la classica politica proibizionista del nostro Paese.

Proseguendo in questa direzione si innescherebbe un circolo virtuoso che potrebbe riportare l’Italia ai primi posti nella produzione di Cannabis. Infatti forse non tutti sanno che, fino agli anni ’40, l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa prima di essere colpita dal proibizionismo che conosciamo oggi.

Al di là di discorsi morali, non si può negare che questo farebbe bene all’economia del Paese e creerebbe nuovi posti di lavoro e nuove opportunità che oggi mancano come non mai.

Una rivoluzione arrivata dall’America

Questa la situazione in Italia, ma come vanno le cose negli altri Paesi?

La nazione più avanzata nel campo della formazione sulla Cannabis sono sicuramente gli Stati Uniti.

La necessità per le grandi aziende del settore di avere a disposizione persone formate sulla materia ha fatto sì che diverse Università americane avviassero dei corsi di laurea ad hoc.

Ben 31 Stati degli USA infatti consentono l’utilizzo della canapa per motivi medici, e 9 di loro perfino a scopo ricreativo. Questo ha fatto sì che si sviluppasse una florida industria della Cannabis che ha reso gli USA il primo produttore mondiale.

Tanti investimenti significa anche tanti posti di lavoro e sempre più bisogno di professionisti del settore. Dunque è stato proprio lo sviluppo dell’economia a spingere gli atenei americani a introdurre le Scienze della Cannabis nei loro programmi per soddisfare l’enorme offerta di nuovi posti di lavoro

E così la nazione che negli anni ’30 aveva dato via a un’ondata proibizionista contro la “marijuana” (termine introdotto proprio allora in senso dispregiativo), è ora all’avanguardia nell’industria della canapa!

Per capire quanto la Cannabis sia stata sdoganata la Cannabis, basti pensare che l’Università del Colorado ha istituito un corso in “Biologia e chimica della Marijuana”, utilizzando esattamente questo termine tabù!

Al di fuori del mondo occidentale, invece, la Cannabis è spesso ritenuta una sostanza tabù e il suo utilizzo è severamente punito. Per fare un esempio, in Cina chi è colto in possesso di più di 50 grammi di stupefacente può perfino essere condannato a morte!

In conclusione

Rispetto alla formazione professionale nel settore della Cannabis, la situazione italiana è ancora in divenire.

Possiamo augurarci che il nostro Paese segua l’esempio degli Stati Uniti con la creazione di tante nuove opportunità di lavoro che adesso mancano.

Il settore italiano della canapa è già ben avviato e sono presenti tante solide aziende come il noto Justbob.it.

Dunque ci sono tutti i presupposti per un futuro florido. La chiave di volta sarà la capacità dell’Università di operare sinergicamente con l’evoluzione del mondo del lavoro.