Dopo tantissimi anni di assenza, il regista Diego Olivares torna a parlare della sua Napoli con il film Veleno.
È sicuramente Veleno uno dei film più interessanti dell’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. A dirigerlo è il regista Diego Olivares, napoletano doc che ha fatto del cinema la sua forma di comunicazione principale. Nonostante sia stato lontano dal grande schermo per molto tempo, Olivares è riuscito a contare sulla collaborazione di un grande cast di attori: Luisa Ranieri e Salvatore Esposito in primis.
Diego Olivares: il cinema come unico strumento di denuncia
Sceneggiatore, regista e dialoghista, Diego Olivares realizza il suo primo documentario nel 2000, quando dirige Frullone – Cronache di un manicomio. Fin da subito salta all’occhio dello spettatore la chiara posizione del regista, che decide di utilizzare la settima arte come strumento per indagare il proprio territorio. Nel 2003, poi, Olivares dirige il suo primo vero lungometraggio: I chinghiali di Portici.
Diego Olivares dirige Veleno
Sono passati più di 14 anni da quella prima opera e ora Olivares è finalmente tornato in azione sul grande schermo. A proporgli la regia di Veleno è stato il produttore Gaetano di Vaio: Olivares ha aderito fin da subito, mettendosi a lavoro istantaneamente. In una recente intervista, il regista ha affermato che Veleno non è nè un film sulla camorra nè sulla terra dei fuochi: piuttosto vuole raccontare come, a volte quelle che sembrano pecore e lupi, sono in realtà vittime dello stesso carnefice. Un film, quindi, che non si permette di strumentalizzare i luoghi comuni legati a Napoli, ma che si concentra sulle persone, i loro sogni e il loro malessere.
Insomma, sembra proprio che Diego Olivares abbia le idee chiare sulle intenzioni del film. Un regista che conosce bene la sua terra e le anime che vi abitano. Chi meglio di lui poteva dirigere il film? Il successo di Veleno, inoltre, potrebbe rimettere in carreggiata questo talentuoso regista, che, in questo panorama cinematografico, ha ancora molto da dire.
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