Martin Provost: la visione della donna attraverso il cinema

Martin Provost è pronto per presentare al grande pubblico la sua sesta opera: Quello che so di lei

Ormai considerato uno dei migliori registi del panorama francese contemporaneo, Martin Provost è riuscito, anche questa volta, a scrivere e realizzare un film dalla grande qualità artistica, che sicuramente saprà emozionare il grande pubblico. Quello che so di lei è la storia di un incontro-scontro tra due donne, all’apparenza molto diverse, che imparano a conoscersi e a contare l’una sull’altra.

La filmografia di Martin Provost

Non è la prima volta che Martin Provost tenta di raccontare i misteri dell’universo femminile con i suoi meccanismi e le sue dinamiche: addirittura, nel 2008, riuscì a vincere il Premio César proprio grazie a Séraphine, il film dedicato alla storia della pittrice francese Séraphine de Senlis. Inoltre nel 2013,  il regista ha conquistato il grande plauso della critica per Violette, opera cinematografica dedicata alla novellista francese Violette Leduc. Insomma, la figura della donna è il filo conduttore di tutta la filmografia del regista francese.

La genesi di Quello che so di lei

La sua ultima fatica cinematografica, Quello che so di lei, non è dedicata alla donna artista ma bensì alla donna comune, nello specifico a un’ostetrica: prima di scrivere il film, Martin è venuto a conoscenza della vera storia riguardante la sua nascita. Il piccolo Martin è nato con un grave problema di salute, che avrebbe potuto rivelarsi fatale, se non fosse stato per un’ostetrica, che ha deciso tempestivamente di donare il proprio sangue, salvandogli la vita. Scoperta la verità, Provost ha cercato in tutti i modi di entrare in contatto con la donna, senza però riuscirvi. In compenso, però, le ha dedicato un film: Quello che so di lei, scritto per la donna sconosciuta che gli ha permesso di crescere e diventare ciò che è: un grande regista.

Giovedì primo giugno il film arriverà anche nelle sale italiane e si spera possa avere l’attenzione che merita.

Fonte foto copertina: facebook.com/martin.provost.338